Smart City


Tags (categorie): Politica
[ Aggiungi la tua categoria (tag) ]

Il drammatico uno-due della pandemia seguita dal conflitto in Ucraina ha contribuito dolorosamente a un passaggio culturale importante, facendoci finalmente realizzare che la transizione ecologica è uno strumento per conseguire una maggiore indipendenza dalle importazioni di materie prime, energia e semilavorati, da cui le economie europee sono estremamente indipendenti. Le soluzioni proprie della crisi ecologica (dalle fonti rinnovabili al ciclo idrico integrato, dall'economia circolare alla fusione nucleare) si rivelano infatti essere ciò che serve per affrontare la crisi geo-politica, energetica ed economica che ci attanaglia.Lo speciale estivo di Smart City "La transizione ecologica in tempo di crisi" racconta i punti di contatto tra le crisi del nostro tempo, e la ricerca di possibili soluzioni comuni, affrontando temi quali la gestione dell'acqua, le opportunità offerte dalle energie forestali e marine, le sfide dei sistemi di stoccaggio energetico sostenibili e della fusione nucleare.

Scopri il podcast originale  Smart City XL 


Autore: Radio 24
Ultimo episodio: 28/03/24 20:31
Aggiornamento: 29/03/24 13:10 (Aggiorna adesso)
Il punto sul DTT, il gioiello italiano per la ricerca sulla fusione

A che punto è il Divertor Test Tokamak (DTT)? A Frascati è in costruzione l'esperimento di fusione nucleare più avanzato in Europa dopo ITER. Se il mega-reattore a fusione attualmente in costruzione in Francia avrà il compito di dimostrare la fattibilità della fusione nucleare, DTT avrà un compito più limitato ma cruciale: sperimentare il Divertore, un componente essenziale per qualunque tokamak e forse il più sfidante in assoluto, in quanto più esposto al plasma di fusione. DTT, che una volta completato sarà una delle più importanti piattaforme di ricerca in Italia, ha fatto la sua comparsa sulla carta una decina di anni fa e oggi è in corso di realizzazione. Parliamo di questo progetto fin dalle sue origini e facciamo il punto della situazione con Paola Batistoni, Dirigente di ricerca ENEA, Responsabile Divisione Sviluppo Energia da Fusione.

Se un pannello fotovoltaico a fine vita diventa una batteria

Seppure sia uno dei materiali più diffusi nella crosta terrestre e si trovi ovunque, la raffinazione del silicio è in gran parte concentrata in Cina e comunque fuori dai confini dell’UE che, non a caso, lo annovera tra le materie prime strategiche. In questo contesto il riciclo dei pannelli fotovoltaici può assumere un ruolo molto importante, perché questi ultimi sono una fonte di silicio già molto puro, adatto per applicazioni evolute. Ed è proprio su questa base che l’ENEA ha messo a punto un processo a basso impatto ambientale, per recuperare il silicio da pannelli fotovoltaici a fine vita e trasformarlo in un nano-materiale innovativo, utile per lo sviluppo delle cosiddette batterie litio-silicio. Ce ne parla Maria Lucia Protopapa, Ricercatrice del Laboratorio Materiali Funzionali e Tecnologie per Applicazioni Sostenibili del Centro Ricerche ENEA di Brindisi.

Le reti neurali artificiali (per ora) non replicano il funzionamento del cervello

Se le reti neurali artificiali alla base dell’AI funzionano in modo analogo al nostro cervello, allora possono rappresentare un buon modello di studio di quanto accade nella scatola cranica di noi umani. Ma a giudicare dai risultati di uno studio pubblicato sulla rivista PNAS, condotto da ricercatori delle Università di Bologna, Princeton, della California e del Dartmouth College di Hanover, che ha messo a confronto macchine e umani nell’atto di riconoscere dei volti, le cose non stanno così. In altri termini, il nostro cervello e le reti neurali alla base dei sistemi di intelligenza artificiale sembrano riconoscere le facce in base a criteri completamente diversi, anche se non è detto che questa situazione sia destinata a perdurare. Ne parliamo con Maria Ida Gobbini, Professoressa di Psicologia al Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche dell’Alma Mater.

Planckian: batterie quantistiche per i computer del futuro

Si chiamano batterie quantistiche. Ma non pensate a qualche forma esotica di stoccaggio dell’energia, per alimentare automobili o cellulari; si tratta piuttosto di dispositivi che nascono per alimentare e orchestrare gli scambi di energia all’interno di un computer quantistico, con l’obiettivo di renderne l’architettura più semplice. Nonostante le pagine delle riviste scientifiche siano ormai piene dei risultati raggiunti dai primi computer quantistici, è molto probabile che questi siano tanto primitivi quanto lo erano i primi calcolatori a valvole rispetto agli attuali pc. In questo scenario di ricerca sulle batterie quantistiche, un team di ricercatori dell’Università di Pisa ha brevettato un concept per realizzare questo tipo di dispositivi, da cui è nata la start-up Planckian. Ce lo racconta Marco Polini, Cofondatore e Chief Scientist Officier di Planckian.

Remanufacturing: l’economia circolare oltre il riciclo

Si chiama remanufacturing (ri-fabbricazione) ed è un concetto di economia circolare che va oltre il riciclo dei materiali e abbraccia quello delle funzioni. Questo significa che se, per esempio, un componente è ancora in grado di svolgere la sua funzione in maniera corretta, è meglio riciclare il componente all’interno di un altro macchinario piuttosto che i materiali di cui è fatto. Non sono molte le industrie che lavorano su questo paradigma, che tuttavia non solo rappresenta una benedizione per l’ambiente (tra ri-fabbricazione e riciclo, i risparmi di energia e materiali possono facilmente superare il 90%) ma anche una grande opportunità di business per coloro che riescono a riorientare i propri prodotti e servizi in questa direzione. Parliamo di qualcosa che robotica, dati e intelligenza artificiale promettono di rendere sempre più semplice dal punto di vista operativo. A Milano si è svolto il summit mondiale del remanufacturing (WRS), che vi raccontiamo in questa puntata e nell’appuntamento in Podcast con Smart City XL di domani. Ce ne parla Marcello Colledani, professore di Tecnologia Meccanica e di De-manufacturing al Politecnico di Milano e Chairman del WRS.

Materiali per la green energy: nano-serbatoi metallici per lo stoccaggio dell’idrogeno

Lo stoccaggio efficiente dell’idrogeno rappresenta un elemento chiave per consentire un utilizzo diffuso dell’idrogeno come vettore energetico. La compressione in bombole a centinaia di bar, o la liquefazione dell’idrogeno, infatti, funzionano benissimo, ma consumano molta energia e contribuiscono ad abbattere l’efficienza energetica complessiva della filiera, col risultato che il prezzo di quell’energia è molto alto. Si cercano quindi alternative, come gli idruri metallici: parliamo del fatto che certi metalli sono in grado di assorbire idrogeno come spugne, e in seguito di rilasciarlo. Una ricerca condotta da un team internazionale, con al suo interno anche il CNR-Iom e l’Università Roma Tre, ha chiarito alcuni aspetti di fondo di questo fenomeno. Ne parliamo con l'aiuto di Giancarlo Panaccione, Direttore del CNR-Iom (Istituto Officina dei Materiali).

Un anno di brevetti: il report periodico dell’EPO e la crescita dei brevetti made in Italy

È uscito il periodico report dell’EPO (lo European Patent Office - uff brev europeo) che scatta una fotografia delle attività di brevettuali in Europa e da cui, in questa puntata di smart city, partiamo per fare il punto anche sull’Italia. Nel 2023, il Paese ha superato per la prima volta la soglia dei 5.000 brevetti, con una crescita del 3,8% superiore sia alla crescita media europea sia alla crescita media a livello mondiale delle domande di brevetto. Eppure, i numeri assoluti in rapporto alla popolazione non si distinguono da quelli della media europea. Ce ne parla Roberta Romano-Götsch, Chief Sustainability Officer EPO.

Trasporto merci elettrico: quale infrastruttura di ricarica?

Al mondo del trasporto merci serve una infrastruttura elettrica diversa da quella dedicata al trasporto privato, in quanto le esigenze sono completamente diverse. Infatti, il trasporto merci gode di una programmabilità molto maggiore di quella dei veicoli privati; ma, al tempo stesso, non può accettare lunghe pause per ricaricare che interrompano il flusso delle attività. Con l’aiuto di Motus-e e di Kyoto Club, il trasporto leggero, che si muove entro un raggio ristretto e raramente affronta chilometraggi superiori ai 300 km al giorno, potrebbe trovare un’adeguata risposta in sistemi di ricarica notturna anche a bassa potenza, presso i propri stessi depositi. Al contrario, i mezzi pesanti necessitano di una infrastruttura dedicata, ad altissima potenza e sufficientemente diffusa sul territorio. Ne parliamo con Anna Donati, responsabile mobilità di Kyoto Club, e Francesco Naso, segretario generale di Motus-e.

La batteria al Nichel63 che dura 50 anni - 2a Parte

Una batteria nucleare grande come un bottoncino, capace di erogare energia per 50 anni consecutivi, anche se ancora con una potenza ridottissima: soli 100 microWatt.  Presto entrerà in commercio in oriente e ne stiamo parlando da ieri a Smart City. Come abbiamo visto, è un oggetto che si può considerare adeguatamente sicuro. Infatti il tipo di radiazione emesso dal Nichel63 è dei meno dannosi e ha una bassissima capacità di penetrazione. Inoltre, giunte a fine vita, queste batterie potrebbero essere facilmente riciclate, senza che vi sia alcuna produzione di scorie. Resta però un problema: da dove arriva il Nichel63? In natura non esiste: se ne può trovare tra le scorie dei reattori nucleari, ma produrlo allo scopo di farci batterie non avrebbe alcun senso. Insomma, non sarà certo col nichel63 che faremo la transizione energetica. Torniamo a parlarne con Mariano Tarantino, Responsabile Sicurezza e Sostenibilità del Nucleare di ENEA.

La batteria al Nichel63 che dura 50 anni - 1a Parte

Da alcune settimane circola la notizia di una batteria capace di erogare energia in modo continuo per 50 anni. La sua imminente commercializzazione è stata annunciata da Betavolt, una Start-up cinese. A renderla possibile, un isotopo radioattivo che emette naturalmente elettroni: il Nichel63, che un sottilissimo strato di diamante artificiale assorbe e restituisce sotto forma di corrente elettrica. Si tratta quindi di una batteria nucleare, seppure di un tipo diverso da quelli visti finora, e per ora ha una potenza ridottissima: soli 100 microWatt, ma Betavolt ha precisato di volerne commercializzare una da 1W (potenza dell’ordine di quelle richieste dai cellulari) entro il 2025. Una batteria in grado di alimentare degli apparecchi elettronici per 50 anni, può avere un’infinità di applicazioni. Ne parliamo con Mariano Tarantino, Responsabile Sicurezza e Sostenibilità del Nucleare di ENEA.

Levitazione magnetica su binari convenzionali: primo test al mondo in veneto della Start-Up Ironlev

Alcune settimane fa, lungo la tratta Mestre-Adria, si è svolto il primo test al mondo di levitazione magnetica su un tracciato ferroviario, senza modifiche ai binari esistenti. A portarlo a termine, la start-up trevigiana Ironlev, che ha inventato una particolare configurazione di magneti permanenti, che permettono di far levitare un oggetto pesante su dei binari convenzionali, senza consumare energia e senza ricorrere a soluzioni costose e sofisticate come i magneti superconduttori. Nel video messo a disposizione da Ironlev, si vede un oggetto delle dimensioni di un’auto due posti, alto circa mezzo metro, che scivola lungo i binari a 70 km all’ora. Ce ne parla Adriano Girotto, Presidente di Ironlev.

Nuovi protocolli internet per cellulari più… scarichi!

Il telefonino si scarica troppo velocemente? Non è detto che dipenda dall’età delle batterie: potrebbe dipendere dai protocolli che utilizziamo per navigare in rete. Infatti, uno studio dell’Università di Pisa e dell’Istituto di Informatica e Telematica del CNR, pubblicato sulla rivista Pervasive and Mobile Computing, ha mostrato che i più recenti protocolli HTTP alla base della trasmissione dati sul Web, possono consumare più energia. Il tema va al di là del fastidio di dover ricaricare il cellulare un po’ più spesso. I dispositivi alimentati a batteria sono ormai miliardi e spesso la durata della batteria stabilisce anche la durata del dispositivo. Risparmiare energia, usando di volta in volta il protocollo più adatto, può voler dire allungare la vita di miliardi di dispositivi che fanno parte della cosiddetta Internet of Things. Ne parliamo con Alessio Vecchio, professore al Dipartimento di Ingegneria dell'Informazione dell’Ateneo pisano.

Medicina di precisione: arriva il simulatore di microbiota

Ospitiamo nel nostro corpo circa un chilo e mezzo di batteri e altri microrganismi, più di quanto pesino la maggioranza degli organi del corpo: è quello che chiamiamo microbiota. Il microbiota ha sede in gran parte nell’intestino e negli ultimi anni si è capito che questo “organo addizionale” ha un ruolo importantissimo e che le sue alterazioni possono essere alla base di disturbi e patologie anche gravi, quali diabete, cancro, depressione, osteoporosi e obesità. Il microbiota è però particolarmente difficile da studiare, perché è un intero ecosistema in miniatura, formato da molte specie diverse di microorganismi costantemente alla ricerca di un equilibrio. Ed è qui che arriviamo alla notizia di oggi: un “simulatore di microbiota” in vitro, che permetterà di migliorare la ricerca medico-scientifica e la pratica clinica in vari ambiti, realizzato al Centro Enrico Piaggio presso L’Università di Pisa. Ce lo racconta Giovanni Vozzi, professore di Bioingegneria dell’Università di Pisa, e direttore del Biofabbrication Lab del Centro Enrico Piaggio.

Un navigatore HD per il sistema vascolare

Tra vene, arterie e capillari, l’apparato circolatorio umano si sviluppa per l’incredibile lunghezza di 100 mila chilometri ed è oggetto di studio fin dall’antichità. Oggi sappiamo che una mappa accurata del sistema circolatorio può fornire informazioni preziose al medico, sia in fase di diagnosi di una patologia sia nel corso della terapia. Tuttavia finora una tale mappa si poteva ottenere solo con sofisticate apparecchiature presenti in pochi laboratori. La novità è che un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Informatica dell’Università di Trento ha messo a punto un algoritmo innovativo che permette di ricavare immagini ad alta risoluzione dell’apparato circolatorio dagli stessi apparecchi da cui oggi otteniamo immagini a bassa risoluzione. La nuova tecnica si chiama “Time Efficient Ultrasound Localization Microscopy” ed è stata descritta sulla rivista “Ieee Transactions on Medical Imaging”. A raccontarcelo, Giulia Tuccio, dottoranda in Innovazione Industriale.

Progetto MARiS: riciclare la fibra di carbonio

Cosa fare coi rifiuti in fibra di carbonio? Quando un nuovo materiale inizia a prendere piede, accade che anni dopo inizi a giungere alle filiere di smaltimento in quantitativi via-via più ingenti. E prima o poi si arriva al punto in cui i volumi diventano tali da motivare ricerca e industria a trovare il modo di riciclarlo e ricavarne nuovi prodotti. Per la fibra di carbonio, quel momento è ora, e su questa base ha preso il via il progetto MARiS: finanziato dal Ministero delle Imprese e del made in Italy con oltre 5 milioni di euro, mira a costituire una filiera per il recupero delle fibre di carbonio dando vita a nuovi materiali compositi resistenti, leggeri e low cost per il settore automobilistico e aerospaziale. Al progetto partecipano ENEA, CNR e Università di Salerno, oltre ad ATM e Aerosoft spa, che è la capofila. Ne parliamo con Sergio Galvagno, ricercatore del Laboratorio Nanomateriali e dispositivi dell’ENEA.

Sodio chiama Italia: prospettive di sviluppo per una filiera industriale italiana delle batterie al sodio

Che prospettive ci sono per lo sviluppo in Italia di una filiera delle batterie al sodio? In forte ritardo sul treno delle batterie al litio, l’Europa e l’Italia guardano al suo concorrente più promettente e parente chimico più prossimo: il sodio, molto più diffuso nella crosta terrestre e molto più economico: circa 0,3$ al Kg contro i 20 del litio. In effetti le batterie al sodio sono già una realtà commerciale e ne sentiremo parlare sempre più spesso nei prossimi anni. Le prime auto di serie con batterie al sodio sono state presentate poche settimane fa da JAC Motors, una casa automobilistica cinese partecipata al 75% da Volkswagen. Non c’è dunque tempo da perdere. Ma abbiamo le competenze e le industrie necessarie? Se lo sono domandati nel corso del convegno “Materiali per l’accumulo elettrochimico nelle batterie a ioni-sodio”. Ce ne parla Luigi Mazzocchi, Direttore del Dipartimento Tecnologie di Generazione e Materiali di RSE.

Speciale KEY: efficienza energetica e impianti sportivi

Torniamo a KEY, la fiera della transizione ecologica, per parlare di efficienza energetica negli impianti sportivi, che hanno sofferto in modo particolare la crisi energetica dell’anno scorso.
Come vedremo, sono circa 77 mila gli impianti sportivi in Italia, di cui il 60% è stato costruito prima degli anni ’80 e raramente ha ricevuto manutenzione, col risultato che la bolletta energetica cuba complessivamente circa 800 milioni di euro l’anno.
Sono invece 700 i milioni stanziati dal PNRR per l’ammodernamento e l’efficientamento degli impianti sportivo a cui si sono aggiunti più di recente 100 milioni stanziati dall’Istituto per il Credito Sportivo (ICS), in collaborazione con l’ANCI. Ma la strada da percorrere rimane lunga.

Ospiti:

Ezio Ferrari, Presidente Associazione Impianti Sportivi

Giuseppe Rinaldi, Consigliere Delegato di ANCITEL Energia e Ambiente

Speciale KEY: il futuro della combustione è “misto”

Oggi le centrali elettriche a turbogas sono protagoniste assolute nell’offrire servizi di flessibilità indispensabili per la rete, come il cosiddetto bilanciamento, questo perché si tratta di impianti che possono essere accesi e spenti, nonché modulati a piacimento. Questa funzione continuerà nei prossimi anni e forse non cesserà mai, mentre quello che potrebbe cambiare è il combustibile, che potrebbe passare da gas naturale a una miscela di gas naturale e idrogeno, per infine approdare all’idrogeno puro. Tuttavia questo scenario ha numerose implicazioni tecnologiche, considerato che oggi i sistemi di combustione sono tarati sul solo gas naturale, mentre dovrebbero diventare capaci di utilizzare varie miscele. Un problema che riguarda non solo il settore dell’energia, ma un po’ tutte le industrie cosiddette hard to abate, in cui si fa grande uso di gas. Se ne parla con Eugenio Giacomazzi, ENEA - TERIN/ PSU/ IPSE Laboratory Head, direttamente dalla fiera KEY di Rimini sulla transizione ecologica, che proprio oggi ha aperto i battenti.

Speciale KEY: il punto sull’agrivoltaico

Campi fotovoltaici e agricoli che convivono sullo stesso terreno, interferendo il meno possibile con le colture tipiche o, ancor meglio, interferendo in modo positivo. Parliamo di agrivoltaico sostenibile. Ma a che punto siamo? Le prime realizzazioni sul campo offrono l’opportunità di mettere a fuoco quali sono i nodi da affrontare, così come si farà nel corso di diversi convegni a KEY, la fiera della transizione ecologica che si svolgerà a partire da domani negli spazi di Rimini Expo Centre e che dedica ampio spazio alle prospettive dell’agrivoltaico e alle sue problematiche. Questa sera,  con l'aiuto di Alessandra Scognamiglio - Presidente di AIAS e coordinatrice della Task Force Agrivoltaico Sostenibile di ENEA - vi diamo alcune anticipazioni sul tema.

Speciale KEY: al via l’expo della transizione energetica

Stasera diamo il via a una settimana speciale di programmazione di Smart City, in occasione della 17ª edizione di KEY, l’Expo della transizione energetica che da mercoledì 28 febbraio al 1 marzo andrà in scena alla Fiera di Rimini e che come sempre è un termometro delle tematiche più dibattute e delle principali novità intervenute nel settore. A tenere banco quest'anno, sarà lo sviluppo delle comunità energetiche e dello storage, altro settore che prossimamente si troverà a operare sul mercato. Altri protagonisti di quest’anno, in continuità con l’anno scorso, sono la mobilità elettrica e l’agrivoltaico, di cui si cominciano a vedere le prime realizzazioni. Stasera iniziamo questa settimana dedicata alla transizione energetica, con Corrado Peraboni, Amministratore Delegato di Italian Exhibition Group, e Gianni Silvestrini, Presidente del comitato scientifico di KEY.

900 super-ceramiche in un botto solo

Continua l’inondazione di nuovi materiali dalle caratteristiche sorprendenti, scoperti grazie a potenti simulazioni. Solo poche settimane fa ci siamo trovati a commentare la scoperta, almeno sulla carta, di centinaia di migliaia di nuovi composti inorganici individuati da un algoritmo di intelligenza artificiale. La notizia di oggi è che un gruppo di scienziati di varie Università (guidati dall’italiano Stefano Curtarolo della Duke University) hanno scoperto 900 nuovi composti ceramici dotati di una fenomenale resistenza agli ambienti estremi, con cui si potrebbero realizzare dispositivi elettronici in grado di continuare a funzionare perfino immersi nella lava di un vulcano. Di questo studio, descritto sulla rivista Nature, che ne parla Arrigo Calzolari, ricercatore del CNR Nano e coautore dell’articolo.

R-Coffee: pellet dai fondi di caffè

Dai fondi di caffè arriva un pellet ad alto contenuto calorico. I fondi sono sia quelli sfusi dei bar che quelli provenienti dalle capsule in plastica e alluminio, ormai estremamente diffuse, e una volta trasformati in pellet hanno un potere calorifico maggiore rispetto al pellet tradizionale e producono meno ceneri.

Abbattere le emissioni inquinanti dei fumi di stufe e caldaie a biomassa e produrre combustibili sempre più sostenibili: sono forse i due obiettivi più importanti a cui si punta nel settore del riscaldamento a biomassa, e la start-up r-coffee, che sta sviluppando l’idea, sembra coglierli entrambi. Ne parliamo con Arash Moazenchi, CEO di RCoffee.

Digitale per davvero: da Politecnico di Milano e Regione Lombardia un "prezziario digitale" apripista

Nonostante siano stati digitalizzati e resi disponibili online vari database della PA, la digitalizzazione non è ancora entrata in profondità nel settore delle opere pubbliche. Un esempio di digitalizzazione avanzata è quanto sta realizzando il Politecnico di Milano insieme a Regione Lombardia, impegnati a elaborare la prima “piattaforma digitale dei prezzi" per le opere pubbliche: non una mera trasposizione digitale dei prezziari cartacei, ma la creazione di oggetti digitali veri e propri da collegare, affinché nel progetto ci sia un muro geometrico, nel prezzario un muro economico, nel cronoprogramma un muro temporale e il software possa fare in autonomia i controlli di coerenza tra progetto, costi e tempi. Ce ne parla Alberto Pavan, professore di Produzione Edilizia del Politecnico di Milano.

FiloBot il primo robot che cresce e si muove come una pianta rampicante

Si chiama FiloBot, il primo robot ispirato alle piante rampicanti che, come tale, si muove e si propaga nell’ambiente. Da tempo faceva parte degli obiettivi del laboratorio Bioinspired Soft Robotics dell’IIT, che nel corso del tempo ha tirato fuori dal cilindro radici robotiche, semi robotici, foglie robotiche e adesso questo primo robot rampicante. FiloBot imita il fenomeno della crescita apicale delle piante grazie a una micro-stampante 3D incorporata nella punta. É capace di navigare in ambienti 3D non strutturati con meno energia e meno materiale: qualità preziose per operazioni di monitoraggio ambientale e per esplorare ambienti naturali sconosciuti e mutevoli, nonché pericolosi. Lo raccontiamo con l'aiuto di Emanuela Del Dottore, ricercatrice IIT del Laboratorio Bioinspired Soft Robotics.

Materiali smart: nuovo nano-materiale cambia colore e trasparenza in pochi secondi

Parliamo di un nuovo nano-materiale messo a punto dai ricercatori dell’Istituto di Nanotecnologia del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Lecce (Cnr-Nanotec), in collaborazione coi colleghi dell’Istituto di cristallografia di Bari (Cnr-Ic) e dell’Università del Salento. Si tratta di un nuovo materiale termocromico, in grado di variare in pochi secondi proprietà ottiche - quali colore, trasparenza e riflettanza - al variare della temperatura. I risultati dello studio sono stati pubblicati su Advanced Materials. Ne parliamo con Luisa De Marco, Prima Ricercatrice del Cnr-Nanotec.

Energy drought: l’incubo senza sole e senza vento

Si chiama “Energy Drought” ("siccità energetica”) e rappresenta potenzialmente un serio problema in un sistema energetico fondato su fonti rinnovabili, ma aleatorie, come sole e vento. Parliamo di periodi più o meno lunghi in cui, almeno ai fini pratici, sole e vento sono assenti. In una recente pubblicazione, i ricercatori dei Pacific Northwest National Laboratory (PNNL) hanno mappato il rischio negli Stati Uniti, dimostrando che, per di più, questi periodi di siccità energetica tendono a coincidere con i periodi di massima domanda di energia. E’ una situazione alla quale il sistema energetico deve prepararsi per tempo. Lo commentiamo con Elena Collino, responsabile del gruppo di ricerca Climate and Meteorology presso RSE - Ricerca sul Sistema Energetico.

Un “condizionatore elettro-termico” per ridurre i consumi del condizionamento

Secondo l’IEA, con la tecnologia esistente, da qui al 2050 la domanda di energia per il condizionamento crescerà nel mondo di circa 4000 terawattora: la stessa quantità di energia consumata attualmente dagli Stati Uniti. La tecnologia oggi più diffusa, basata sulle trasformazioni cicliche di un liquido refrigerante, è solida ed è già molto più efficiente che in passato, ma esistono concezioni alternative con cui si potrebbe fare di meglio. Recentemente una nuova strada è stata aperta al Luxembourg Institute of Science and Technology, dove hanno realizzato un nuovo concept di condizionatore ad altissima efficienza, che sfrutta le particolari proprietà elettro-caloriche di una lega di piombo e scandio. Lo racconta Silvia Lasala, Professoressa all’Università della Lorena, ricercatrice del Laboratoire Réactions et Génie des Procédés.

Pronto al via primo “scavo iper-barico” d’Europa

Incontrare una falda lungo il percorso è sempre causa di molte complicazioni e costi aggiuntivi, ed è sempre una evenienza che si cerca di evitare. Ma non sempre è possibile: le soluzioni elaborate finora richiedono infatti un’enorme mole di opere provvisionali, utili solo in fase di cantiere.

Ma lungo la tratta ferroviaria Napoli-Bari è in allestimento un cantiere molto particolare, dove per la prima volta in Italia si metterà alla prova un approccio alternativo a tutti quelli impiegati finora, che consiste nel mettere in pressione la zona di scavo, trasformandolo in una specie di grande camera iperbarica. Ne parliamo con Lucio Menta, Direttore degli Investimenti presso RFI Rete Ferroviaria Italiana.

Hinfra: rifare le gallerie stradali… col turbo

E se anche le gallerie potessero essere stampate in 3D, in tempi drasticamente inferiori a quelli richiesti dalle tecnologie oggi in uso? L’idea è alla base di Hinfra, start-up innovativa nata circa due anni fa, che in brevissimo tempo è passata dal concept alle prime realizzazioni in piena scala, utilizzando una tecnologia che promette di rendere fino a 10 volte più veloci operazioni come il rifacimento di una galleria. Hinfra è infatti un sistema costituito da un macchinario che permette di estrudere intere sezioni di galleria composte da una particolare miscela di calcestruzzo fibro-rinforzato (che non ha bisogno di armatura) e a presa rapida. Una volta deposta una sezione, il macchinario deve attendere solo pochi minuti per poter deporre la sezione successiva. Ne parliamo con Stefano Guanziroli, Ingegnere e ideatore del concetto di estrusione di sezioni piene in calcestruzzo.

Camion elettrici e a idrogeno: dall’Australia uno studio comparativo

Arriva dall’Australia uno studio comparativo che mette a confronto camion elettrici e a idrogeno, le due soluzioni più gettonate  - in prospettiva - per abbattere le emissioni di CO2 del trasporto pesante. Il lavoro dei ricercatori australiani parte dal presupposto che sia l’energia elettrica sia l’idrogeno sono prodotti per il 90% da fonti rinnovabili; e tiene conto non solo del consumo energetico nell’uso dei mezzi, ma anche delle emissioni legate alla loro fabbricazione, allo smaltimento, e alla sostituzione delle batterie o delle celle a combustibile, che periodicamente si rende necessaria nell’arco della vita di questi mezzi. Con l'aiuto di Massimo Ceraolo, Professore di Mobilità Elettrica e a Idrogeno dell’Università di Pisa, parliamo dei risultati che vedono in vantaggio la motorizzazione elettrica a battere.

I commenti sono chiusi.