Focus economia
Tags (categorie): Politica
[ Aggiungi la tua categoria (tag) ]
Focus economia è il programma quotidiano dedicato all'approfondimento dei temi dell'attualità dell'economia e della finanza, realizzato con i protagonisti della giornata economico finanziaria e il contributo di giornalisti e analisti de Il Sole 24 ORE. L'obiettivo della trasmissione è di spiegare e analizzare, in termini comprensibili anche "ai non addetti ai lavori", i temi più interessanti della giornata. Appuntamento fisso per i commenti a caldo pochi minuti dopo la chiusura della Borsa.
Autore: Radio 24
Ultimo episodio: 12/09/25 17:26
Aggiornamento: 13/09/25 21:10 (Aggiorna adesso)
A Bruxelles si è tenuta la terza tappa del Dialogo strategico tra Commissione europea e industria automobilistica, con la partecipazione di diversi top manager del settore, tra cui John Elkann. La Commissione ha annunciato l’intenzione di rivedere prima del 2026 – scadenza oggi prevista – il divieto di vendita dal 2035 delle auto a combustione interna, raccogliendo le pressioni delle case produttrici che chiedono maggiore flessibilità. Ursula von der Leyen ha parlato di neutralità tecnologica, ribadendo l’obiettivo della decarbonizzazione ma con attenzione alla competitività europea di fronte alla concorrenza globale. Intanto, Stellantis per voce del ceo Antonio Filosa continua a denunciare target sulle emissioni irraggiungibili e regolamentazioni troppo rigide, collegando a queste difficoltà la perdita di tre milioni di immatricolazioni in Europa negli ultimi cinque anni. La revisione attesa per il 2026 potrebbe sancire il principio di neutralità tecnologica, aprendo la strada non solo agli e-fuel, già garantiti dalla spinta tedesca, ma anche ad altre tecnologie come i biocarburanti, di particolare interesse per l’Italia. Il commento è di David Chiaramonti, docente di Ingegneria energetica e nucleare e di bioeconomia e bioenergia del Politecnico di Torino.
Legacoop Prometeia, da aumento dazi -0,4/ 0,5 punti di Pil in 2 anni
Secondo un’analisi di Area Studi Legacoop e Prometeia, i dazi statunitensi del 15% su tutti i beni importati dall’Ue – con l’eccezione di acciaio, alluminio e derivati per cui è previsto un incremento del 50% – avrebbero per l’Italia un impatto negativo cumulato sulla crescita del Pil di 0,4/ 0,5 punti percentuali in due anni. Il dazio medio effettivo sulle esportazioni italiane salirebbe così al 16% rispetto al 2,2% del 2024, con effetti ancora più rilevanti se si considera l’apprezzamento dell’euro sul dollaro. Dopo la flessione del Pil nel secondo trimestre e la prevista stazionarietà nel terzo, il 2025 dovrebbe chiudere con una crescita di circa lo 0,5% sostenuta soprattutto dal Pnrr, in un contesto però di forte incertezza tra dazi, tensioni geopolitiche e consumi deboli. Il presidente Legacoop Simone Gamberini sottolinea la necessità di un patto cooperativo tra istituzioni ed economia per garantire stabilità e politiche industriali lungimiranti. I dati mostrano che nel primo trimestre 2025 le esportazioni italiane sono cresciute del 2,1% grazie a un effetto di anticipo sui dazi, ma nel secondo trimestre si registra un calo dell’1,7%. Le famiglie hanno aumentato la propensione al risparmio, circa due punti sopra i livelli pre-pandemia, mentre la spesa resta ferma; il peso dell’inflazione passata continua a gravare soprattutto sui nuclei a reddito basso, con i prezzi dei beni alimentari cresciuti del 26% dal 2019 e quelli dei servizi legati all’abitazione del 15%. Ne parliamo con Stefania Tomasini, Senior Partner Prometeia.
Testamento Armani, ecco com’è stata divisa l’eredità dello stilista
Il testamento di Giorgio Armani stabilisce che il 100% delle quote della maison confluisca nella Fondazione Armani. Nel dettaglio, alla Fondazione va il 9,9% in piena proprietà (pari al 30% dei diritti di voto) e la nuda proprietà del restante 90%, mentre i diritti di voto sono attribuiti a Pantaleo Dell’Orco, compagno di vita dello stilista, e ai nipoti Silvana Armani e Andrea Camerana. Dell’Orco avrà l’usufrutto del 30% delle quote e il 40% dei voti. Armani ha previsto anche un piano industriale che include la possibile vendita a un grande gruppo del lusso entro 18 mesi di una quota del 15% e, in seguito, di un ulteriore 30-54,9% che porterebbe un nuovo soggetto alla maggioranza assoluta. In alternativa, se questa seconda vendita non si realizzasse, è prevista la quotazione in Borsa entro 5 anni, al massimo 8. In ogni scenario, la Fondazione manterrà sempre almeno il 30,1% della società, a garanzia della continuità del progetto voluto dallo stilista. Interviene Giulia Crivelli, Sole 24 Ore.
La Bce ha lasciato invariati i tassi di interesse, con il tasso sui depositi al 2%, e ha aggiornato le proiezioni sull’inflazione che resta attorno all’obiettivo di medio termine. Lagarde ha sottolineato la dipendenza delle prossime decisioni dai dati, chiarendo che il livello dell’euro non è un target di politica monetaria. Le stime di crescita per il 2025 sono state limate all’1%, mentre il contesto appare più favorevole dopo l’accordo sui dazi con gli Usa e la mancata ritorsione europea, con l’economia sostenuta da investimenti e occupazione nonostante i venti contrari esterni. Il commento è affidato a Donato Masciandaro docente politiche monetarie università Bocconi, editorialista Sole 24 Ore.
Leo, per manovra interessati a tutte le proposte, vedremo risorse
Il viceministro Maurizio Leo ha ribadito l’apertura a tutte le proposte delle forze di maggioranza sulla manovra, precisando che occorrerà attendere i dati Istat e fare i conti sulle risorse disponibili. Ha indicato come priorità la detassazione dei premi di risultato e un approccio prudente alla rottamazione, dove potrebbero arrivare filtri per limitare l’accesso a contribuenti recidivi. Il Sole 24 Ore sottolinea infatti i rischi di un nuovo ammanco per le casse pubbliche, dopo i 48 miliardi mancati dalle precedenti quattro edizioni, con un magazzino della riscossione ancora oltre i 1.280 miliardi. Ne parliamo con Jean Marie Del Bo, vicedirettore dal Sole 24 Ore.
Ex Ilva, restano Jindal e Bedrock, si ritira Baku steel
Per l’ex Ilva restano in corsa solo Jindal e Bedrock, dopo il passo indietro del consorzio azero guidato da Baku Steel. I commissari straordinari attendono le offerte vincolanti entro il 15 settembre, in uno scenario che vede possibili alleanze internazionali e il coinvolgimento di grandi società italiane non siderurgiche. Sul tavolo resta anche l’ipotesi “spezzatino”, temuta dai sindacati, mentre le aspettative economiche si sono ridimensionate: dal miliardo ipotizzato un anno fa si è passati a valori simbolici o vicini allo zero, con il vincolo però di rilevare l’intero magazzino, stimato tra i 400 e i 500 milioni. Interviene Carmine Fotina, Il Sole 24 Ore.
Nel discorso sullo Stato dell’Unione a Strasburgo, Ursula von der Leyen ha invocato maggiore autonomia europea in difesa, energia, tecnologia ed economia. Sull’Ucraina, proposta l’utilizzazione dei fondi russi congelati per prestiti a Kiev e un’alleanza per la produzione di droni (6 miliardi di euro). Sul fronte economico, annunciata una tabella di marcia per rafforzare il mercato unico entro il 2028, liberalizzando servizi, energia e telecomunicazioni. In materia ambientale, confermata la riduzione del 90% delle emissioni al 2040, con il futuro dell’auto orientato all’elettrico, ma restano dubbi sui costi. L’industria automobilistica europea, riunita a Monaco, chiede più flessibilità normativa, appello sostenuto anche dal cancelliere tedesco Merz. Ne parliamo con Adriana Cerretelli, editorialista Sole 24 Ore Bruxelles.
Macron nomina nuovo premier il giovane LecornuEmmanuel Macron ha nominato premier Sébastien Lecornu, 39 anni, ministro delle Forze Armate e suo fedelissimo, dopo le dimissioni di François Bayrou. Lecornu eredita un contesto complicato: una manovra da 43,8 miliardi, un voto di sfiducia e una maggioranza frammentata. Dovrà costruire una coalizione stabile, con LFI che continua a chiedere la destituzione di Macron. La nomina segna anche una rivincita politica del presidente, che aveva scelto Lecornu già a dicembre. Intanto, proteste in strada e oltre 100 arresti, soprattutto a Parigi. Il commento è di Marc Lazar, Presidente della School of Government dell'Università Luiss.
Istat, boom prezzi alimentari: +30% rispetto al 2019 Secondo l’Istat, a luglio 2025 i prezzi degli alimentari in Italia sono saliti del 30,1% rispetto al 2019, meno della media UE (+39,2%). Germania e Spagna hanno registrato rincari maggiori, mentre la Francia un aumento più contenuto (+27,5%). L’aumento dei beni alimentari (88,5% del “carrello della spesa”) ha allargato il divario con l’inflazione generale, influenzata anche dai prezzi energetici: a agosto il differenziale ha raggiunto 1,9 punti percentuali. Interviene Massimo Baldini, docente di Scienza delle Finanze presso l' Università di Modena e Reggio Emilia.
Novo Nordisk taglierà 9.000 posti di lavoro. Nel 2025 stime profitti riviste tre volte. Pesa la concorrenzaDopo aver perso il 60% in Borsa e 170 miliardi di euro di capitalizzazione, Novo Nordisk annuncia 9.000 tagli (11% della forza lavoro) per risparmiare 1,3 miliardi di dollari entro il 2026. Riviste al ribasso per la terza volta le stime di crescita dei profitti, ora previste tra il 4% e il 10% contro il 27% stimato a inizio anno. L’azienda punta a riorganizzarsi per concentrarsi su diabete e obesità, ma soffre la concorrenza di Eli Lilly, che domina il mercato Usa. Tentativi legali contro copie non autorizzate del semaglutide non hanno fermato la perdita di quote. Il nuovo Ceo Doustdar parla di decisioni difficili ma necessarie per il futuro. Il commento è affidato a Biagio Simonetta, Il Sole 24 Ore.
Dal prossimo 15 settembre, con il pagamento del corrispettivo dell’opas, Mediobanca diventerà controllata del Monte dei Paschi. Durante il periodo di adesione sono state consegnate 506,6 milioni di azioni, pari al 62,29% del capitale, e tra il 16 e il 22 settembre Siena potrebbe superare la soglia del 66,7% necessaria per il delisting e la fusione. Questo permetterebbe di accelerare le sinergie promesse da 700 milioni e sfruttare 2,9 miliardi di crediti fiscali in sei anni. Delfin e Caltagirone hanno aderito con il loro 30%, mentre il ritocco cash di 0,9 euro ha convinto casse di previdenza, Benetton, Amundi, Anima, Tages, Unicredit e grandi fondi come Vanguard, Fidelity e Blackrock. Anche alcune famiglie pattiste, come Tortora e Doris, hanno deciso di partecipare. Ora il consiglio del 18 settembre prenderà atto del cambio di controllo, e l’uscita di Nagel e del cda è attesa per l’assemblea del 28 ottobre. Si lavora a una lista di maggioranza Mps, con i nomi di Palermo e Morelli per la carica di ceo e di Grilli e De Vecchi per la presidenza. La nuova stagione segna la fine dell’autonomia storica di Mediobanca e apre scenari anche su Generali, dove Mps erediterà il 13,1% del Leone da Piazzetta Cuccia, in sinergia con Delfin e Caltagirone. Per Donnet e il cda di Generali si prospettano mesi difficili, con lo stop al progetto di fusione con Natixis. Intanto De Agostini ha completato la cessione delle sue quote, segno dei tempi nuovi. Ne parliamo con Luca Davi, Il Sole 24Ore.
Le prospettive del Pnrr a un anno dalla scadenza
A un anno dalla scadenza del Pnrr, le difficoltà nell’attuazione emergono in tutta l’Unione europea, ma l’Italia resta tra i paesi più avanti. La Francia guida con l’82% delle scadenze già completate, seguita da Danimarca (57%), Germania (54%) ed Estonia (49%), mentre Italia e Lussemburgo si attestano al 43%. Considerando i traguardi del secondo semestre 2024, l’Italia salirebbe al 54%. Finora Roma ha ricevuto 122 miliardi su 194,4 complessivi, pari al 62,7%, e la Commissione ha dato il via libera alla settima rata da 18,3 miliardi, mentre è stata presentata la richiesta per l’ottava da 12,8 miliardi. L’Italia è quindi tra i paesi con la quota più alta di risorse già incassate, anche se il ministro con delega al Pnrr Tommaso Foti, ha annunciato per l’autunno una nuova revisione del piano. Interviene Carlo Altomonte, Associate Dean e Direttore PNRR Lab, SDA Bocconi, e membro CD Fondazione M&M.
Rapporto Coop, 'italiani al risparmio, è l'era del deconsumismo'
Secondo il Rapporto Coop 2025, il risparmio è il driver primario per il 42% degli italiani, segno che la società dei consumi lascia spazio al deconsumismo. La spesa delle famiglie cresce solo dello 0,5% rispetto a cinque anni fa, ma oltre la metà è assorbita da spese obbligate come abitazione, utenze, trasporti e cibo. I consumatori acquistano solo l’indispensabile, si orientano sul second hand, preferiscono riparare anziché sostituire e, quando spendono in tecnologia, cercano utilità più che gratificazione. Crescono le vendite di piccoli e grandi elettrodomestici, mentre calano gli acquisti di smartphone. Nei primi sei mesi del 2025 si registra una ripresa nei carrelli della spesa, con vendite in crescita del 3,8% a valore e del 2% a volume, trainate da frutta e verdura. Al contrario cala la spesa nella ristorazione fuori casa (-2,2%), con un terzo degli italiani che intende ridurla ulteriormente. La ricerca di convenienza resta alta: i discount crescono dell’1,8%, meno dei supermercati che segnano +2,7% grazie a promozioni e prodotti a marchio del distributore, oggi percepiti come equilibrio tra qualità e risparmio. Il commento è di Albino Russo, direttore generale Ancc-Coop (Associazione Nazionale Cooperative Consumatori), e curatore del Rapporto.
Infermieri, fuga dalla laurea, ci sono più posti che candidati
Gli infermieri restano l’emergenza numero uno della sanità italiana, con una carenza stimata di almeno 70mila unità. Per la prima volta però, al test di ammissione alla laurea triennale ci sono stati meno candidati rispetto ai posti disponibili: 19.298 domande contro 20.699 posti, con immatricolazioni effettive destinate a essere inferiori. Nei 41 atenei pubblici le domande sono scese da 19.421 a 17.215 su 18.918 posti, segnando un calo dell’11% in un anno, con punte oltre il 30% a Roma. Una parziale compensazione potrebbe arrivare dai corsi di Medicina: dopo la riforma del test di ingresso gli iscritti sono scesi a 54mila, ma il 20% ha indicato Infermieristica come alternativa nel caso di esclusione. Potrebbe quindi esserci un recupero, ma intanto la carenza di infermieri mette a rischio ospedali e avvio della sanità territoriale con le Case di comunità. Facciamo il punto con Marzio Bartoloni, Il Sole 24 Ore.
Al Forum Ambrosetti di Cernobbio, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti delinea i principi della prossima legge di bilancio, senza anticipare misure specifiche. Ribadisce che non saranno necessari sacrifici o correzioni dei conti, visto che l’andamento è in linea con le previsioni. Il deficit potrebbe risultare inferiore al 3,3% del Pil, aprendo margini per interventi a favore del ceto medio e della spesa militare. Centrale sarà la possibilità di uscire dalla procedura per disavanzo eccessivo, così da attivare la clausola che svincola dal Patto di stabilità gli investimenti in Difesa. Giorgetti sottolinea la difficoltà di spiegare ai cittadini questa priorità, ma rivendica una linea di serietà, responsabilità e prudenza che, dice, ha portato benefici anche a imprese e banche. Ne parliamo con Gianni Trovati, del Sole 24 Ore.
Cina, -33,1% export verso gli Usa ad agosto Il surplus commerciale cinese ad agosto è salito a 102,33 miliardi di dollari, grazie a esportazioni in aumento del 4,4% e importazioni in lieve crescita (+1,3%), entrambe sotto le attese. L’export verso gli Stati Uniti è però crollato del 33,1% annuo, con un calo anche dell’import (-16%). La frenata segue il picco di luglio, legato alle spedizioni anticipate per evitare nuovi dazi. Pechino compensa in parte con maggiori esportazioni verso l’UE (+10,4%) e i Paesi Asean (+22,5%). Dall’inizio dell’anno il surplus complessivo è di 785,3 miliardi di dollari, con export in crescita del 5,9% e import in calo del 2,2%. Sullo sfondo, la tregua tariffaria con Washington, che ha rinviato l’inasprimento dei dazi fino al 10 novembre. Interviene Alessandro Plateroti, Direttore Newsmondo.it.
Nuovo record per l’oroL’oro spot ha toccato il massimo storico di 3.610,11 dollari, con i future Usa vicini a 3.650. Il metallo prezioso ha guadagnato quasi il 40% da inizio anno, dopo il +27% del 2024. I mercati scommettono su un prossimo taglio dei tassi della Federal Reserve, atteso nella riunione del 16-17 settembre. Intanto è in corso Vicenzaoro September, evento internazionale della gioielleria tra i più importanti al mondo. Il settore ha chiuso il 2024 con fatturato in crescita del 4,4% e export record a 13,7 miliardi di euro. Il 2025 mostra segnali di rallentamento, soprattutto per l’incertezza legata ai dazi Usa: obiettivo ora è diversificare i mercati, integrando quello statunitense con nuove destinazioni. Il commento è di Marco Carniello, Chief Business Officer Italian Exhibition Group SpA.
La cinquantunesima edizione del Forum Teha (The European House Ambrosetti) si apre venerdì, fino a domenica, e cercherà di mettere a fuoco gli scenari geopolitici, economici, tecnologici e sociali non solo dell'Italia, con la presenza di 9 Governi (Albania, Arabia Saudita, Irlanda, Italia, Portogallo, Qatar, Spagna, Stati Uniti, Turchia), dei principali ministri del Governo italiano, di 5 Commissari Europei e l'EU Rapporteur per il Single Market. Ad aprire i lavori, subito dopo i saluti di Valerio De Molli, è previsto un intervento del Presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky in videoconference. Ad ascoltarlo in sala ci sarà, tra gli altri, Antonio Tajani, vice Presidente del Consiglio dei Ministri dell'Italia e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale dell'Italia. Il messaggio del Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, arriverà sabato mattina, nella giornata dedicata all'Europa, durante la quale si parlerà anche di difesa e sicurezza; domenica, nella tradizionale sessione dell'Agenda per l'Italia dedicata alle opposizioni, interverranno Elly Schlein, Giuseppe Conte, Angelo Bonelli, Carlo Calenda e Matteo Renzi. Tra i ministri presenti alla tre giorni, oltre a Tajani, Maria Chiara Carrozza, Giuseppe Valditara, Marina Calderone, Matteo Salvini, Paolo Zangrillo, Carlo Nordio e Adolfo Urso per concludere con l'intervento di Giancarlo Giorgetti.
Alcuni altri ospiti: Laurence D. Fink (CEO, Blackrock) videoconference, Paulo Rangel (Ministro degli Affari Esteri del Portogallo), Valdis Dombrovskis (Commissario Europeo per l economia, la produttività, l attuazione e la semplificazione), Daniele Franco (Presidente, Fondazione Policlinico Gemelli; Portavoce dello studio di TEHA Group Guidare il futuro: le aziende capofiliera come motore di innovazione e sostenibilità per le filiere industriali italiane ed europee ), Pierre Moscovici (Presidente, Corte dei Conti, Francia), Enrico Letta (Dean, IE School of Politics, Economics & Global Affairs; EU Rapporteur sul Futuro del Mercato Unico).
Sono intervenuti ai microfoni di Sebastiano Barisoni a Cernobbio Emma Marcegaglia, presidente di Marcegaglia Holding, presidente di Confindustria dal 2008 al 2012, Monica Defend, head of Amundi Investments, Renato Mazzoncini, Amministratore Delegato e Direttore Generale A2a e Paolo Gentiloni, Co-Chair dell High-level Expert Group on the Global Debt Crisis, delle Nazioni Unite ex-commissario Ue ed ex-presidente del consiglio.
È scomparso all età di 91 anni Giorgio Armani, stilista e imprenditore, tra i nomi più famosi della moda made in Italy nel mondo. Esattamente 50 anni fa aveva fondato la Giorgio Armani, azienda che oggi rappresenta uno dei colossi della moda italiana nel mondo con ricavi per 2,3 miliardi di euro e attività nei settori della moda, della ristorazione e dell hotellerie. Qualche giorno fa aveva rilevato anche la storica Capannina di Forte dei Marmi.
Il «Signor Armani», che era nato a Piacenza nel 1934 e aveva spento 91 candeline proprio lo scorso 11 luglio, aveva vissuto un estate complicata dal punto di vista della salute. Tanto che, per la prima volta nella storia della sua lunga carriera, non aveva presenziato alle sfilate maschili di Milano e a quella della collezione Giorgio Armani Privé a Parigi, destando qualche preoccupazione ma continuando pedissequamente a lavorare dietro le quinte.
La gestione del suo impero che supera i 10 miliardi, come programmato da tempo, passa alla fondazione guidata da Pantaleo Dell Orco, braccio destro del fondatore, al nipote Luca Camerana e a Irving Bellotti, ad di Rothschild italia, storico banchiere d affari che ha sempre accompagnato lo stilista piacentino nel suo percorso imprenditoriale. È dal 2016 che è stata pianificata la successione, con la nascita della fondazione e di un triumvirato di persone di fiducia, capaci di traghettare l azienda nel prossimo secolo di successi. La mission della fondazione, che ora dovrebbe ereditare anche il controllo dell azienda, è assicurare l attenzione all innovazione, all eccellenza, qualità e ricerca del prodotto . L approccio alle acquisizioni dovrà essere cauto , con la stessa cautela con cui è stata gestita l'azienda finora, e volto a sviluppare competenze non ancora presenti in azienda.
La fondazione dovrà "perseguire un adeguato livello di investimenti per lo sviluppo dei marchi, una gestione finanziaria equilibrata e un moderato ricorso all indebitamento, oltre a un adeguato livello di reinvestimento degli utili della Giorgio Armani . È inoltre previsto che la fondazione non distribuisca utili, patrimonio o avanzi di gestione, operazioni "espressamente vietate anche in via indiretta: eventuali utili e avanzi saranno impiegati per le attività istituzionali".
Il commento di Giulia Crivelli, Il Sole 24 Ore.
Ue-Mercosur, Bruxelles offre nuove garanzie agli agricoltori
L'accordo deve essere approvato dal Consiglio e dal Parlamento. La speranza è che la ratifica possa concludersi entro la fine dell anno. L intesa commerciale era stata firmata in dicembre. Dopo mesi di revisione legale e di traduzione nelle diverse lingue è stata ufficialmente presentata ieri. L aspetto più interessante sono le clausole di salvaguardia che devono evitare squilibri nell import-export di prodotti delicati, soprattutto agricoli. Oltre al capitolo dedicato a questo argomento e previsto nel testo dell accordo, Bruxelles ha illustrato un atto giuridico che rende operative le stesse clausole.
Parlando in conferenza stampa ieri pomeriggio qui a Bruxelles, il commissario al commercio Maros Sefcovic ha spiegato: «Non stiamo in alcun modo riaprendo l intesa.Vogliamo solo rassicurare i Paesi membri (...) In concreto, vogliamo adottare un monitoraggio rafforzato delle importazioni in alcuni settori. Ogni sei mesi pubblicheremo i dati in tutta trasparenza. Se dovessero emergere anomalie nei flussi commerciali, potremo introdurre misure provvisorie». Il monitoraggio riguarderà in particolare prodotti sensibili quali la carne di manzo, il pollo e lo zucchero.
Più concretamente, la Commissione potrà avviare una indagine quando noterà un aumento delle importazioni di almeno il 10% e un calo dei prezzi all importazione di almeno il 10% rispetto ai prezzi interni. Più in generale, l intesa commerciale stabilisce il diritto per le parti contraenti di adottare misure di salvaguardia bilaterali, nel caso di danno economico.
Sono intervenuti Micaela Cappellini, Il Sole 24 Ore e Ettore Prandini, Presidente Coldiretti.
Il detonatore della crisi francese sarà il voto di fiducia all'Assemblea nazionale, previsto per l'8 settembre. Il primo ministro François Bayrou si gioca le ultime carte per far passare misure finanziarie che dovrebbero consentire un taglio della spesa per circa 44 miliardi. Misure osteggiate sia a destra, sia a sinistra. Un fuoco di sbarramento che isola sempre più il presidente Emmanuel Macron, erode la sua già esigua compagine parlamentare e potrebbe portare per la seconda volta in pochi mesi ad elezioni anticipate, senza escludere peraltro le dimissioni dello stesso presidente. Gli esponenti più moderati della sinistra, così come il Rassemblement national, hanno già detto chiaramente che non sosterranno il governo. Gli investitori temono un ennesimo crollo del governo. Il CAC 40, l'indice di riferimento di Parigi, ha registrato già diverse cadute nei giorni scorsi. Il tasso di interesse dei titoli di Stato francesi a dieci anni è ora tra i più alti dell'eurozona. Ha già superato quelli di Grecia e Portogallo, due paesi al centro dell'ultima crisi finanziaria, e si avvicina a quello dell'Italia. Ma il nostro Paese oggi è visto con maggiore favore dai mercati, in compagnia di Grecia e Spagna. Ne parliamo con Paolo Guerrieri, docente di Economia alla Paris School of International Affairs, Sciences-Po (Parigi).
Da Venerdì la cinquantunesima edizione del Forum Teha
La cinquantunesima edizione del Forum Teha (The European House Ambrosetti) si apre venerdì, fino a domenica, e cercherà di mettere a fuoco gli scenari geopolitici, economici, tecnologici e sociali non solo dell'Italia, con la presenza di 9 Governi (Albania, Arabia Saudita, Irlanda, Italia, Portogallo, Qatar, Spagna, Stati Uniti, Turchia), dei principali ministri del Governo italiano, di 5 Commissari Europei e l'EU Rapporteur per il Single Market. Ad aprire i lavori, subito dopo i saluti di Valerio De Molli, è previsto un intervento del Presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky in videoconference. Ad ascoltarlo in sala ci sarà, tra gli altri, Antonio Tajani, vice Presidente del Consiglio dei Ministri dell'Italia e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale dell'Italia. Il messaggio del Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, arriverà sabato mattina, nella giornata dedicata all'Europa, durante la quale si parlerà anche di difesa e sicurezza; domenica, nella tradizionale sessione dell'Agenda per l'Italia dedicata alle opposizioni, interverranno Elly Schlein, Giuseppe Conte, Angelo Bonelli, Carlo Calenda e Matteo Renzi. Tra i ministri presenti alla tre giorni, oltre a Tajani, Maria Chiara Carrozza, Giuseppe Valditara, Marina Calderone, Matteo Salvini, Paolo Zangrillo, Carlo Nordio e Adolfo Urso per concludere con l'intervento di Giancarlo Giorgetti. Approfondiamo il tema con Valerio De Molli, Managing Partner & CEO di The European House - Ambrosetti.
Dopo un avvio poco mosso, Banca Monte Paschi Siena e Mediobanca hanno girato in negativo. Il ribasso arriva nel giorno del rilancio dell'ops di Rocca Salimbeni su Piazzetta Cuccia con l'aggiunta di una componente in denaro pari a 0,90 euro per azione portata in adesione. Il Monte ha così colmato il gap di valutazione tra la sua offerta e il prezzo di mercato di Mediobanca. Dopo il rilancio da 0,9 euro per azione, pari a una componente cash complessiva fino a 750 milioni, quella che ora è diventata un'offerta pubblica di acquisto e scambio (Opas) valuta Piazzetta Cuccia a premio dello 0,4% rispetto agli attuali corsi di Borsa. Come deciso dal consiglio di amministrazione di Mps, la banca ha rinunciato anche alla condizione soglia e pertanto acquisterà tutte le azioni oggetto dell’offerta portate in adesione anche qualora si trattasse di un quantitativo inferiore rispetto al 66,67% dei diritti di voto esercitabili nelle assemblee dell’emittente. Comunque, l’offerta non si perfezionerà e si intenderà venuta meno qualora la partecipazione che l’offerente venga a detenere all’esito dell’offerta sia inferiore al 35% dei diritti di voto esercitabili nelle assemblee dell’emittente. Soglia, quest’ultima, non rinunciabile. Giovedì è stato convocato il cda di Mediobanca per valutare il nuovo corrispettivo. Ne parliamo con Marigia Mangano, Il Sole 24 Ore.
Conti, tasse, federalismo e Pnrr: tutti i dossier pre manovra
Quali sono i dossier che, rimandati in primavera, vanno affrontati prima di entrare nel vivo della legge di bilancio? Prima, entro la fine di settembre, dovrà essere presentato alle Camere l aggiornamento del programma dei conti, con il Dpfp («Documento programmatico di finanza pubblica»). Il Documento sostituisce la NaDef nel nuovo ordinamento fiscale comunitario, e potrebbe contenere buone notizie come un deficit tendenziale già in discesa verso il 3% del Pil: «L Italia è vicina all uscita dalla procedura per disavanzi eccessivi», ha confermato ieri la presidente della Bce Christine Lagarde. Ma per essere esaminato, il Dpfp avrà bisogno di regole condivise fra maggioranza e opposizione. Proprio il Piano nazionale di ripresa e resilienza occupa l altra grande voce ereditata dalle difficoltà pre-ferragostane. Qui in gioco c è l ultima rimodulazione straordinaria, indispensabile per ridurre il rischio di sforare le scadenze che agitano i programmi più in difficoltà. Annunciata a ripetizione all inizio della primavera, poi posticipata a giugno, la revisione straordinaria del Piano non ha ancora visto la luce, anticipata però da una rimodulazione tecnica consistente che ha spianato la strada alla settima rata e alla richiesta dell'ottava. Approfondiamo il tema Jean Marie Del Bo, vicedirettore dal Sole 24 Ore.
Auto: l’Italia perde il 2,7% di immatricolazioni ad agosto, in autunno incentivi per le bev
Un altro mese difficile per il mercato auto italiano che ad agosto, complice forse l’attesa per gli incentivi destinati alle auto elettriche, mette a segno il quarto calo mensile consecutivo nelle immatricolazioni, scese a quota 67.272, con un calo del 2,68% rispetto allo stesso mese del 2024. Con questo andamento altalenante il consuntivo dei primi otto mesi del 2025 chiude, sottolinea il Centro Studi Promotor, con un calo del 3,68%. Il mercato italiano è reduce da un mese di luglio a -5,11% preceduto da un -17,44% in giugno (a confronto con il mese degli incentivi nel 2024) e da un -0,16% in maggio, mentre dei progressi aveva segnato aprile (+2,71%) e marzo (+6,22%) dopo però i risultati negativi di gennaio e febbraio. Con questi risultati, il divario rispetto ai volumi pre-Covid aumenta e si attesta sul -21,5% di immatricolazioni rispetto al 2019. In questo contesto, in casa Stellantis il marchio Fiat recupera il 30% dei volumi nel mese sul mercato domestico e riduce a -9,7% la contrazione nell’intero periodo rispetto al 2024. Vanno bene le vendite anche di Citroen, che raddoppia i volumi, e Alfa Romeo mentre soffrono Peugeot, Opel e Jeep. Ne parliamo con Gian Primo Quagliano, direttore generale Centro Studi Promotor.
È stato un accenno rapidissimo. L'accusa di dumping fiscale che il primo ministro francese François Bayrou ha lanciato all Italia nel corso dell intervista rilasciata a quattro reti televisive domenica, avevano lo scopo di criticare le proposte del Parti socialiste, e non le politiche italiane. Proprio per questo motivo è innegabile la gaffe o meglio la scortesia diplomatica verso il nostro Paese. L'accusa non riguarda, innanzitutto, le imprese italiane; riguarda piuttosto le persone fisiche e le politiche, introdotte dal governo Renzi e poi corrette dal governo Meloni, per favorire l immigrazione dei più ricchi. Il Parti socialiste ha infatti proposto per risanare il bilancio pibblico francese una contromanovra che prevede un forte aumento delle imposte: 32 miliardi, secondo i calcoli di Bayrou. La misura che ha raccolto maggiore attenzione è la tassa Zucman , dal nome dell economista francese Gabriel Zucman, oggi all Università di Berkeley in California. La proposta punta a introdurre un imposta annuale del 2% sui patrimoni superiori ai 100 milioni, che potrebbe raccogliere circa 15 miliardi. Ne parliamo con Fabrizio Pagani, Partner Vitale&Co e docente a SciencesPo di Parigi. Da febbraio 2014 a giugno 2018 ha ricoperto la carica di Capo della segreteria tecnica del MEF.
Cina India il disgelo grazie ai dazi di Trump
Dopo sette anni di quasi guerra sull Himalaya i giganti asiatici si ritrovano. Xi Jinping tende la mano a Narendra Modi e prova a mandare fuori tempo Donald Trump. Il summit della Sco (Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai) si è aperto ieri con uno dei piatti forti: l'incontro tra Cina e India, i due grandi rivali asiatici uniti dall'insofferenza per i dazi degli Stati Uniti. In una Tianjin blindata e scintillante per l'evento con cui la Cina reclama la leadership del cosiddetto Sud globale, il primo bilaterale Xi-Modi in terra cinese dopo sette anni può segnare un punto di svolta per le ambizioni di Sco, Brics e la galassia anti G7. «Possiamo essere partner e non rivali», dicono i due leader, confermando la ripresa del commercio transfrontaliero dopo cinque anni. Pechino avrebbe anche garantito la ripresa del flusso delle sue ambitissime terre rare, cruciali per elettronica e difesa. Tutto affinché Nuova Delhi sottolinei la sua autonomia strategica, che alle orecchie cinesi significa prendere le distanze dagli Usa. Approfondiamo il tema con Alessandro Plateroti, direttore Newsmondo.it.
Il parco circolante, per quanto riguarda i mezzi pesanti e veicoli commerciali, è ancora troppo vecchio, e rischia di diventare un argomento pericoloso. Abbiamo una media d'età superiore ai 14 anni. E questo ha due conseguenze principali: una sul piano della sicurezza, l'altra su quello ambientale. Ne parliamo con Alessandro Peron, segretario generale FIAP, federazione italiana autotrasportatori professionali.
A settembre riparte anche il Fisco
La giornata di Ferragosto segna di fatto uno spartiacque che avvia alla fine delle ferie con il fisco. Il calendario propone 139 scadenze, di cui 138 sono rappresentati da versamenti. A fare la parte del leone sono soprattutto i pagamenti delle imposte che derivano dalle dichiarazioni dei redditi 2025 delle partite Iva. Una caccia a quasi 4,5 miliardi di incassi dall autoliquidazione Irpef e Ires. Facciamo il punto con Alessandra Caputo, commercialista ed esperta fiscale per Il Sole 24 ORE
In chiusura di puntata Sebastiano Barisoni affianca Mauro Meazza in studio per un commento sulle notizie della settimana e della stagione estiva, in vista della ripartenza del nuovo ciclo di Focus Economia dalla prossima settimana, con l'arrivo del mese di settembre.
Le vendite dei chipset per l'intelligenza artificiale di Nvidia sono aumentate a un ritmo inferiore rispetto alle previsioni degli analisti nell'ultimo trimestre dell'azienda, una delusione che rischia di alimentare i timori che la mania dell'IA sia stata solo un fuoco di paglia. Facciamo il punto con Antonio Cesarano - Chief Global Strategist di Intermonte - e con Luca Tremolada del Sole 24 ORE.
Il Piano Casa annunciato da Meloni, come dovrebbe funzionare?
Dal palco del Meeting di Rimini, Giorgia Meloni ha rilanciato uno dei dossier più delicati e attesi della legislatura: il Piano casa. Un progetto ambizioso, che nelle intenzioni dell'esecutivo dovrà affrontare in maniera strutturale il tema del disagio abitativo, rilanciare il social housing e restituire una risposta concreta a giovani, famiglie e fasce fragili della popolazione. Ne parliamo con Flavia Landolfi, Radiocor Il Sole 24 ORE.
L'Ufficio studi di Confcommercio ha analizzato l'evoluzione dei consumi delle famiglie italiane negli ultimi trent'anni. Quest'anno la spesa pro capite reale sul territorio economico ha raggiunto i 22.114 euro contro i 19.322 euro del 1995, con un aumento di 239 euro rispetto al 2024 ma ancora inferiore (-220 euro reali) ai picchi del 2007, prima che la crisi dei mutui subprime si abbattesse sull'economia mondiale. Gli italiani tornano a spendere ma con cautela, privilegiando soprattutto il comparto tecnologico. Negli ultimi tre decenni la spesa pro capite per informatica e telefoni ha registrato una crescita vertiginosa di quasi il 3.000%.
Ne parliamo con Mariano Bella, direttore Ufficio studi Confcommercio.
Dazi, l'effetto sulle azioni di Piazza Affari
L'introduzione di dazi ha ha implicazioni complesse e non facili da stimare per le società quotate. Gli analisti stimano che saranno più gestibili per quelle che hanno negli USA una presenza significativa di impianti produttivi e che, quindi, sono in gran parte esonerati dalle tariffe. In molti casi, la presenza negli Usa è legata ad acquisizioni di società americane.
Tra i settori più colpiti dai dazi ci sono quelli del made in Italy, come l'alimentare o il lusso. La qualità elevata dei beni e la tipologia di acquirenti con disponibilità economica, però, li rendono meno sensibili agli aumenti di prezzo. C'è senz'altro forte tensione sull'industria dell'auto. Va detto però che gli effetti dei dazi saranno pienamente comprensibili solo nel tempo. Ne parliamo con Marzia Redaelli, Plus 24 Il Sole 24 ORE.
Prezzi del caffè ai massimi
Il mercato del caffè continua a vivere una vera e propria tempesta perfetta . Il prezzo della materia prima, il caffè verde, si mantiene su una quotazione molto alta, intorno ai 380 centesimi per libra, tre volte la media storica. Secondo un report del Centro studi di Unimpresa il prezzo medio di una tazzina di caffè espresso al bar in Italia potrebbe raggiungere i 2 euro entro la fine del 2025, con un incremento superiore al 50% rispetto al 2020. Negli ultimi cinque anni il costo del caffè è salito da 0,87 a oltre 1,30 euro, con punte a 1,43 euro in alcune città del Nord. Commentiamo questi dati con Cristina Scocchia, AD di Illycaffè.
Allo stabilimento Stellantis di Termoli è stato raggiunto un accordo tra organizzazioni sindacali e direzione, per aprire un nuovo contratto di solidarietà che durerà un anno intero e che riguarda tutti gli oltre 1.800 dipendenti del polo. Si tratta di uno strumento difensivo, premettono i sindacati, che però si dicono molto preoccupati per il futuro dello stabilimento. Ne parliamo con Filomena Greco de Il Sole 24 ORE.
Auto: gli italiani si stanno spostando verso l'elettrico?
Nel mese di luglio sono state immatricolate circa 119mila autovetture, in calo del -5% rispetto allo stesso mese del 2024. Nei primi sette mesi dell'anno le immatricolazioni sono state 973.796, in calo del -3,7% rispetto all anno precedente. Lo evidenzia un focus dell'Anfia - Associazione Nazionale Filiera Industriale Automobilistica - sull'andamento del mercato dell'auto, diffuso oggi, che rileva però una tendenza in aumento per le auto elettriche. Facciamo il punto con Roberto Vavassori, Presidente ANFIA.
Green Deal, nell'intesa sui dazi l'Europa dà l'assist alle aziende USA
L'Europa ha iniziato un po' alla volta ad alleggerire il macigno del Green Deal sulle sue aziende. Queste ultime però ora rischiano di giocare un po' meno alle pari con le imprese statunitensi che operano nel nostro continente, per effetto degli impegni condivisi dalle amministrazioni di Bruxelles e Washington nella dichiarazione congiunta sui dazi. Ci spiega il perché il collega Carmine Fotina de Il Sole 24 ORE.
Superdebito, Francia nel caos. Rischio voto anticipato
La Francia potrebbe ritrovarsi ad affrontare un nuovo voto anticipato dopo che i partiti di opposizione hanno dichiarato che voteranno per estromettere il Primo Ministro François Bayrou e mentre i mercati francesi crollano. Ieri Bayrou ha chiesto un voto di fiducia l'8 settembre sul suo piano di riduzione del debito. Proprio il tema del sovraindebitamento tiene infatti in scacco il Paese. Ricostruiamo la situazione con Danilo Ceccarelli, collaboratore di Radio 24 da Parigi.
Banche ancora protagoniste a Piazza Affari, mentre le principali partite del risiko sono ormai entrate nel vivo. A guidare i rialzi sono ancora Banca Monte Paschi Siena e Mediobanca, a pochi giorni dall'assemblea di Piazzetta Cuccia che ha negato al cda l'autorizzazione a procedere con l'operazione Banca Generali e ha lasciato quindi campo libero all'offerta di Rocca Salimbeni su Mediobanca. I riflettori oggi si sono spostati anche su Unicredit e Commerzbank. Piazza Gae Auelenti si è infatti rafforzata come principale azionista dell'istituto tedesco, proseguendo nella conversione in azioni della propria posizione sintetica nella banca tedesca e portando a circa il 26% la propria partecipazione azionaria, anche nei diritti di voto. Un'operazione che non piace al governo tedesco. Ne parliamo con Laura Bonadies di Radiocor Il Sole 24 ORE.
Powell apre a un taglio dei tassi di interesse: la reazioni dei mercati
Venerdì Jerome Powell, nel suo ultimo intervento come presidente della Federal Reserve al simposio di Jackson Hole, in Wyoming, ha sottolineato come «l'equilibrio dei rischi fra occupazione e inflazione è ora mutato e questo apre la porta a un cambiamento dell'orientamento di politica monetaria». Con la ripresa della settimana gli investitori guardano, da un lato, alla possibile ripresa del ciclo di allentamento del costo del denaro da parte della Fed dopo questa apertura mentre dall'altro si preparano ai risultati del colosso dei chip Nvidia (in calendario mercoledì 27 agosto), indicatore cruciale della salute del comparto tecnologico e dell'intelligenza artificiale. Il commento con Antonio Cesarano, Chief Global Strategist di Intermonte.
Le banche per il sociale e il territorio
Ci colleghiamo con Stefano Barrese, responsabile della Divisione banca dei territori di Intesa Sanpaolo, che è intervenuto venerdì nell'ambito del Meeting di Rimini ricordando che «attraverso la struttura Intesa Sanpaolo per il sociale sono state stanziate risorse in campo sociale per 1,5 miliardi di euro entro il 2027, realizzando dal 2022 ad oggi 60,3 milioni di interventi, con oltre 49 milioni di pasti, 4,3 milioni di posti letto, 6,3 milioni di medicinali e 621mila capi di abbigliamento. Con lui ci confrontiamo sul ruolo chiave che una grande banca può avere nell'ambito della coesione sociale e del sostegno al territorio.
Pensioni, il piano per il ritiro a 64 anni con il Tfr e 25 di contributi
L'intenzione del governo è sempre più chiara: non far scattare dal 2027 l'innalzamento dell'età pensionistica a 67 anni e 3 mesi in base all'aumento dell'aspettativa di vita. Una nuova conferma in questa direzione l'ha data il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, ipotizzando la la possibilità volontaria di andare in pensione a 64 anni con 25 di contributi, ora prevista per chi sta nel sistema contributivo, a tutti i lavoratori, quindi anche a quelli che hanno cominciato prima del 1996 e stanno nel sistema misto. Il tutto volontariamente e con una novità: la possibilità, sempre su base volontaria, di usare anche il Tfr depositato presso l'Inps come rendita per raggiungere la soglia minima di pensione, pari a tre volte l assegno sociale (1.616 euro), che dà accesso alla pensione a 64 anni. Ci colleghiamo proprio con il sottosegretario Durigon.
Donald Trump ha firmato un nuovo decreto che riapre la guerra commerciale globale. I dazi saranno applicati dal 7 agosto su beni da 69 paesi, con aliquote tra il 15% e il 41%. L’Unione Europea è colpita con un dazio fisso del 15%, mentre il Brasile arriva al 50%. Alcuni settori, come l’automotive, sono temporaneamente esentati. Il decreto include anche misure anti-triangolazione commerciale. L’Italia rischia fino a 22,6 miliardi di euro di danni potenziali, con i settori meccanica, chimico-farmaceutico, moda e lusso tra i più esposti. Marco Valsania, Il Sole 24 Ore.
ANIMA Confindustria: «I termini dell’accordo sui dazi creano un clima di incertezza che mette a rischio l’export delle nostre aziende»
Il settore meccanico italiano, rappresentato da ANIMA Confindustria, esprime forte preoccupazione per l’accordo USA-UE sui dazi, che rischia di colpire l’export verso il principale mercato di riferimento. Nel 2024, le esportazioni verso gli USA sono valse 4,37 miliardi, ma il nuovo scenario, con possibili dazi su acciaio e alluminio, rende incerto il futuro. Almici sottolinea la necessità di diversificare i mercati e chiede strumenti concreti per tutelare la competitività delle imprese italiane, già sotto pressione per concorrenza asiatica e incertezza normativa. Pietro Almici, Presidente di ANIMA Confindustria.
Moda, Capasa: "Serve una legge per tutelare la filiera sana e sostegno contro l’incognita dazi"
Il comparto moda italiano è sotto pressione per calo delle vendite, reputazione danneggiata da casi di lavoro irregolare e incertezza legata ai nuovi dazi USA. Capasa chiede una legge per certificare la filiera e controlli più rigorosi. Il settore, con 600.000 addetti, teme effetti indiretti della guerra commerciale, mentre in Europa avanzano normative ambientali che richiederanno ulteriori investimenti. L’export regge, ma il fatturato 2024 è in calo del 3,6%. Capasa rilancia la necessità di aiuti per affrontare la concorrenza cinese e difendere il valore del Made in Italy. Carlo Capasa, Presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana.
Il lusso tra incertezza e trasformazione
Il settore del lusso vive un rallentamento negli USA: nel primo semestre 2025 i ricavi dei grandi gruppi sono in calo (-4%), con utili in discesa del 22%. Il nuovo dazio del 15% sulle importazioni UE pesa in particolare sul segmento gioielli. Tuttavia, emergono aree di tenuta come il lusso accessibile e quello esperienziale. Il mercato immobiliare di fascia alta continua a crescere. Il comparto è in transizione, tra costi in aumento e domanda più selettiva, ma resta strategico e ricco di opportunità per chi saprà adattarsi senza snaturare la propria identità. Alberto Milani, presidente di Piazza Italia Market e coordinatore delle camere di commercio dell'aria NAFTA
Intervista con il presidente INPS Gabriele Fava
Il Ministero delle Imprese conferma che l’accordo di programma sulla decarbonizzazione dell’ex Ilva si farà anche senza il Comune di Taranto, dopo le dimissioni del sindaco Bitetti a causa delle proteste ambientaliste. Il vertice al Mimit si concentrerà sullo scenario con 3 forni elettrici. Gli altri elementi del piano (impianti Dri, cattura CO2, nave di rigassificazione) sono rimandati. Urso ha scartato la proposta del sindaco uscente che prevedeva anche Dri e cattura CO2. Il piano da 3,2 miliardi prevede solo i forni elettrici; quello completo con nave, Dri e cattura CO2 può arrivare a 9,7 miliardi. La configurazione scelta influirà sulla gara per la vendita degli impianti e sulla necessità di gas, stimata in 5,1 miliardi di metri cubi l’anno. Ne parliamo con Domenico Palmiotti, Il Sole24Ore.
La minaccia dei dazi non incide direttamente sul carrello della spesa ma torna a crescere l’inflazione
L’intesa del 27 luglio tra USA e UE introduce dazi medi del 15% su alcune merci europee. L’Unione Nazionale Consumatori critica l’accordo ma sottolinea che non avrà effetti diretti sui prezzi al dettaglio. L’inflazione è salita dello 0,1% a giugno, con il carrello della spesa in aumento del 2,8% su base annua, ma l’andamento era già in corso per altri fattori (clima, costi agricoli). I veri rischi, secondo l’associazione, sono legati ad aumenti dei costi energetici e a eventuali sussidi statali alle imprese che ricadrebbero sui contribuenti. Interviene Mauro Antonelli, Direttore Centro Studi Unione Nazionale Consumatori.
Istat: al 2050 il 41% famiglie sarà di una persona sola
Secondo le previsioni Istat aggiornate al 2024, nel 2050 il 41,1% delle famiglie italiane sarà composto da una sola persona, in crescita rispetto al 36,8% attuale. Le coppie con figli passeranno da tre su dieci a una su cinque. Il numero medio di componenti per famiglia calerà a 2,03. Gli over 65 soli saliranno da 4,6 a 6,5 milioni. La popolazione totale diminuirà a 54,7 milioni (oggi è 59), e un terzo sarà composta da anziani. Anche nello scenario più ottimistico, si prevede una perdita netta di milioni di abitanti entro il 2050, accentuando l’invecchiamento e modificando profondamente la struttura sociale del Paese. Il commento è di Luca Paolazzi, advisor di Ceresio Investors.
Immobiliare alle prese con una nuova modernità
Milano è una città simbolo della trasformazione urbana, ma sotto l'apparenza della ricchezza si cela un disagio crescente. Il reportage analizza la crisi dell’abitare, il peso degli affitti brevi e del turismo, il ricorso alle scuole private, lo spopolamento del centro, e l’effetto Cantillon, che arricchisce i già ricchi. Lo smart working e il nomadismo digitale hanno trasformato il valore della casa. Il problema non è solo Airbnb, ma uno stile di vita che cambia rapidamente. Milano deve ripensarsi come modello urbano capace di attrarre giovani e famiglie, evitando di diventare una città per soli turisti o investitori. Serve una visione che unisca innovazione, coesione sociale e sviluppo sostenibile. Ne parliamo proprio con Giulio Centemero, scrittore e membro della Camera dei Deputati.
L’accordo tra USA e UE sui dazi, che prevede una tariffa fissa del 15% sui beni europei, ha generato una reazione valutaria significativa: l’euro ha perso l’1% rispetto al dollaro, suggerendo un possibile vantaggio per Washington. A pesare sono le dinamiche valutare: l’euro forte danneggia l’export europeo, mentre il dollaro debole - anche a causa delle pressioni di Trump sulla Fed - favorisce le imprese americane. Le aziende USA stanno infatti riportando risultati migliori rispetto a quelle europee. I dati confermano: l’83% delle imprese S&P 500 ha superato le attese, contro il 52% delle Eurostoxx. Anche le performance di Borsa mostrano un'inversione: da giugno Wall Street è in forte rialzo, mentre i listini europei sono fermi o in calo. L’Europa, pur detenendo ancora grandi riserve in titoli americani, ha ridotto la sua esposizione, contribuendo all’indebolimento del dollaro e subendo ora le conseguenze di un euro troppo forte. Ne parliamo con Morya Longo, Il Sole24Ore.
In evidenza in Borsa l’auto europea dopo l’accordo Usa-Ue sui dazi
L’intesa sui dazi fra USA e UE, con l’applicazione del 15% anche alle auto, ha favorito il settore automotive, in particolare Italia e Germania. L’Italia esporta circa 4 miliardi in auto e 1,2 miliardi in componentistica verso gli USA. Sebbene il 15% sia comunque penalizzante, rappresenta una stabilizzazione positiva dopo mesi di incertezza. Secondo Equita e Intermonte, Stellantis potrebbe ridurre l’impatto negativo stimato (1,5 miliardi di euro) di circa un terzo se anche Messico e Canada ottenessero un trattamento simile. I componentisti legati ai produttori tedeschi, come Brembo, ne trarrebbero benefici. Tuttavia, i dazi al 50% su acciaio e alluminio continuano a pesare. Stellantis ha registrato una perdita netta di 2,3 miliardi nel primo semestre, con ricavi in calo del 13%, principalmente a causa della flessione in Nord America ed Europa. Interviene Gianmarco Giorda, Direttore Generale ANFIA.
L’UE: «Su tasse digitali decidiamo noi», «nessun compromesso su norme alimentari e sanitarie»
La Commissione europea ha chiarito che l’intesa con gli Stati Uniti non limita il potere regolatorio dell’UE in materia digitale. Nonostante l’impegno a non introdurre dazi sull’uso della rete, l’UE rivendica autonomia normativa. L’Italia, che applica una digital tax del 3%, si trova in una posizione delicata: l’85% del gettito proviene da big tech USA. Mentre la proposta di una digital tax europea è stata accantonata, anche a causa della mancanza di unanimità tra i Paesi membri e del rischio di ritorsioni statunitensi, l’ipotesi di una soluzione multilaterale in sede OCSE è in stallo. Il Pilastro 1 dell’accordo G7, volto a ridistribuire i diritti di tassazione, non ha ancora trovato applicazione. Intanto, altri Paesi come Canada, India e Regno Unito hanno sospeso, ridotto o escluso la loro web tax per evitare tensioni con Washington. Il commento è di Benedetto Santacroce, avvocato tributarista e collaboratore Il Sole24Ore.
Accordo fatto tra Stati Uniti e Unione europea. Donald Trump e la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, dopo settimane di tese trattative, hanno annunciato un'intesa che prevede dazi limitati al 15% sull'export europeo negli Usa. Le nuove tariffe riguardano tra l'altro l'auto, finora colpita dal 27,5 per cento. Trump ha aggiunto che la Ue, da parte sua, si è impegnata a far scattare centinaia di miliardi di dollari tra acquisti di made in Usa e nuovi investimenti.
«È il più grande accordo di tutti i tempi» ha detto Trump. «Ci siamo riusciti ha affermato von der Leyen . È una buona intesa, un'intesa enorme, che porterà stabilità» e «chiarezza a imprese e cittadini». La presidente della Commissione ha definito il 15% una «unica aliquota tariffaria per la stragrande maggioranza delle esportazioni della Ue», applicata come «limite massimo», tra gli altri, «all'auto, ai semiconduttori e ai prodotti farmaceutici». E ha spiegato che sono stati concordati dazi reciprocamente "azzerati" su una serie di prodotti strategici, quali «aeromobili e componenti, alcuni prodotti chimici, alcuni farmaci generici, apparecchiature e semiconduttori, alcuni prodotti agricoli, risorse naturali e materia prime essenziali", un elenco tuttora in evoluzione. Le aziende Usa, ha aggiunto, avranno maggior accesso alla Ue.
Non mancano incognite da chiarire e possibili interpretazioni contrastanti. Trump è parso usare un'accezione più ampia dell'azzeramento delle barriere, dicendo che la Ue «aprirà i suoi Paesi al commercio a dazi zero». Sul farmaceutico Trump ha indicato che è «un settore speciale» è sarebbe escluso, perché gli Usa devono «produrre i propri farmaci»: la Casa Bianca ha in preparazione dazi globali sul settore fino al 200% entro un anno e mezzo. Von der Leyen ha invece asserito che quella decisione globale Usa sarebbe del tutto separata. Un altro settore nella bufera per dazi globali del 50% è acciaio e alluminio: Trump ha detto che questi dazi restano invariati. Von der Leyen ha piuttosto parlato di cooperazione sulla «sfida esterna comune dell'eccesso di capacità globale», un riferimento alla sovrapproduzione cinese, e affermato che «i dazi saranno ridotti e verrà introdotto un sistema di quote», favorendo alcuni metalli europei.
Tra le contropartite messe in campo da Bruxelles per assicurare il deal, Trump ha rivendicato 600 miliardi di dollari di investimenti extra negli Usa. Oltre ad acquisti di 750 miliardi di dollari di prodotti energetici statunitensi, che von der Leyen ha precisato avverranno in tre anni. Le linee guida del protocollo, nonostante le incognite, potrebbero bastare a rassicurare Wall Street e le piazze finanziarie internazionali alla riapertura oggi delle contrattazioni.
Ventate di ottimismo su schiarite nel clima commerciale hanno di recente già guidato al rialzo le borse Usa, con record in successione dello S&P 500 e del Nasdaq. La generale tariffa del 15% alla Ue, se è superiore al 10% originalmente sperato da Bruxelles e più che tripla rispetto a precedenti dazi medi, è la metà di quanto minacciato per lettera da Trump e che in mancanza di compromessi sarebbe scattata alla scadenza del primo agosto. L'intesa è stata annunciata dopo un faccia a faccia di un'ora nel resort golfistico di Trump a Turnberry in Scozia, dove il presidente americano si trova in visita per quattro giorni.
Prima di iniziare il vertice, Trump aveva chiarito di «desiderare» un accordo, anche se aveva mantenuto le chance al 50 per cento. Il presidente non aveva mancato di definire la relazione tra Usa e Ue «molto squilibrata», lamentando «tempi difficili» con l'Europa e mercati chiusi, da auto ad agricoltura. Von der Leyen aveva risposto con diplomazia, riconoscendo che la relazione va «riequilibrata» e facendo i complimenti a Trump come «duro negoziatore e dealmaker». L'incontro è avvenuto nel tardo pomeriggio dopo un lungo lavoro preparatorio svolto dalle delegazioni, una maratona di 200 ore. Von der Leyen è arrivata all'appuntamento con il commissario al Commercio Maros Sefcovic, il capo di gabinetto Björn Seibert, la negoziatrice senior Sabine Weyand e Tomas Baert, tra i responsabili del dossier agricoltura con gli Usa. Assieme a Trump, il Segretario al Commercio Howard Lutnick e il Rappresentante commerciale della Casa Bianca Jamieson Greer.
Un recente accordo quadro con il Giappone aveva offerto un modello, dazi al 15% in cambio di concessioni commerciali e investimenti per 550 miliardi. Lutnick aveva però riaffermato l'ultimatum del primo agosto per impennate dei dazi: «Nessun rinvio. La Ue deve raggiungere un accordo, la questione è se offre abbastanza».
Sono intervenuti ai microfoni di Vincenzo Miglietta: Sebastiano Barisoni, vicedirettore esecutivo di Radio, Lucio Miranda presidente Export USA, Vittorio Cino, direttore generale Centromarca e Giacomo Ponti Presidente di Federvini e Presidente del Consorzio Italia del Gusto
Dopo Auchan (2019) anche Carrefour abbandona l'Italia. L'italiana NewPrinces (ex NewLat) di Angelo Mastrolia ha sottoscritto coni francesi un accordo vincolante per acquisire il 100% del capitale di Carrefour Italia (comprese le tre società sotto il cappello della capogruppo, cioè Carrefour Property, Gs Spa e Carrefour Finance, la società attiva nel factoring) per un valore pari a circa un miliardo (ripartito tra 400 milioni di euro di valutazione degli immobili e 600 milioni invece per il business). Carrefour Italia ha deciso di uscire dall Italia, un mercato storico per il colosso francese, ma che paga la minore corsa ai consumi, costoso per il gigante della grande distribuzione in termini di perdite archiviate negli ultimi anni, tra tentativi di rilancio falliti: l ultimo rosso di esercizio è stato per 150 milioni di euro. La cessione di Carrefour Italia in mani italiane sancisce il fallimento definitivo del modello francese nella grande distribuzione in Italia, quali possono essere le ragioni? Ne parliamo insieme a Carlo Festa, Il Sole 24 ore, e a Davide Pellegrini, docente di Channel Metrics (perfomance dei canali distributivi dei prodotti) presso il Dipartimento di Economia e Management dell'Università di Parma, e direttore del Master di GS1 Italy, dedicato ai Brand & Retail Manager.
Unicredit ha deciso di ritirare l’offerta pubblica di scambio su Banco Bpm dopo che Consob ha prorogato per altri 30 giorni il congelamento dell’operazione e la condizione relativa al via libera del golden power non è stata soddisfatta. Andrea Orcel ha spiegato che l’incertezza sull’applicazione delle prescrizioni non giova né a Unicredit né agli azionisti di Bpm, accusando i vertici di Piazza Meda di aver impedito un normale dialogo con gli azionisti per valutare il valore della combinazione. Nonostante i progressi ottenuti con Tar, Dg Comp e governo italiano, i tempi di risoluzione vanno oltre la scadenza dell’offerta, spingendo Unicredit al ritiro. Per il gruppo guidato da Orcel si tratta di un’opportunità mancata per il settore bancario italiano, mentre restano da seguire le mosse di Credit Agricole, pronto a salire oltre il 20% di Bpm con il via libera della Bce. Interviene Luca Davi, Sole 24 Ore
Pensioni, continua il calo delle anticipate: stimata una riduzione dell'11% a fine 2025
Secondo l’ultimo monitoraggio Inps, il trend delle pensioni anticipate continua a calare, con una riduzione stimata dell’11% entro fine 2025. Nei primi sei mesi dell’anno sono state erogate 397.691 pensioni, di cui 98.356 anticipate, un dato in calo del 17,3% rispetto allo stesso periodo del 2024, ma destinato a ridursi al -11% una volta consolidati i dati. L’importo medio delle pensioni del primo semestre è di 1.215 euro, con forti differenze di genere: 1.009 euro per le donne contro 1.449 per gli uomini, a causa di carriere più discontinue e tipologie di assegni differenti. Il commento è di Emilio Rocchini, professore di Diritto del Lavoro LUISS.
Dazi, accordo Stati Uniti-Giappone: tariffe al 15% e Tokyo investirà 550 miliardi negli Usa
Stati Uniti e Giappone hanno raggiunto un accordo che riduce dal 25 al 15% i dazi americani, includendo il settore automotive, e prevede investimenti giapponesi per 550 miliardi di dollari negli Usa. Il premier Shigeru Ishiba ha annunciato che il pacchetto supporterà catene di approvvigionamento strategiche in settori come farmaceutica e semiconduttori. In cambio Tokyo aumenterà le importazioni di prodotti agricoli americani, in particolare di riso, restando però nei limiti delle quote esistenti. L’intesa ha rassicurato i mercati: il Nikkei 225 è salito del 3,51%, nonostante i rumors sulle possibili dimissioni di Ishiba dopo la sconfitta elettorale. Ne parliamo con Marco Masciaga, corrispondente da New Delhi Il Sole 24 Ore.
Italia-Algeria, Meloni: «Siglate oltre 40 intese»
Al quinto vertice intergovernativo tra Italia e Algeria sono stati firmati circa 40 accordi che spaziano dall’agricoltura alla difesa, fino a telecomunicazioni e cinema. Tra i principali, la creazione di un centro Enrico Mattei per la formazione e l’innovazione agricola in Algeria e un memorandum di cooperazione per sviluppare pesca e trasformazione alimentare. Durante un’audizione al Senato sul piano Mattei, Antonio Gozzi di Confindustria ha sottolineato i problemi burocratici legati ai flussi di lavoratori coinvolti nei progetti di formazione. Al vertice con il presidente Tebboune, la premier Meloni ha ribadito la priorità del contrasto all’immigrazione illegale e la volontà di rafforzare il partenariato economico. Il commento è affidato a Manuela Perrone, Il Sole 24 Ore.
Gli analisti Fmi lodano l’Italia per occupazione ai massimi storici e drastica riduzione del deficit ottenuta con disciplina fiscale, riconoscono il ritorno anticipato dell’avanzo primario senza penalizzare l’economia reale sostenuta da politiche pro-crescita e da un’occupazione record, notano spread sotto quota 90, ma avvertono che in un contesto di dazi Usa e tensioni geopolitiche un Paese ad alto debito resta esposto; proiezioni: crescita moderata (0,5% 2025, 0,8% 2026, 0,6% 2027), deficit al 3,3% nel 2025 e poi sotto 3% nei due anni successivi, debito circa 1 punto Pil sopra la traiettoria del Mef; il Fondo chiede avanzo primario al 3% nel 2027 (vs 1,5% obiettivo governo), più controllo su spesa pensioni, garanzie statali e inefficienze, e segnala risultati positivi su compliance fiscale evidenziati da Giorgetti e Leo. Ne parliamo con Gianni Trovati, Il Sole 24 Ore.
Mutui, richieste su del 20% e boom di surroghe sulla scia del calo dei tassi
Il Barometro Crif mostra nel primo semestre 2025 richieste di mutui e surroghe +20% sull’anno prima (picchi +26,8% gennaio e +25,8% aprile), importo medio 152.109 euro (+4,4%), surroghe all’80% del totale e +63,2% nel primo trimestre anno su anno spinte da famiglie che rinegoziano tassi variabili onerosi o fissi alti dopo otto tagli Bce; oggi circa 90% preferisce il fisso (variabile scelto da pochi per costo attuale ma rischio futuro), il mercato rimbalza dopo il congelamento 2022-2024 dovuto all’impennata dei tassi e al clima negativo, sostenuto da calo inflazione, chiarezza di politica monetaria, mutui green legati all’efficienza energetica e incentivi, oltre a canoni d’affitto crescenti che rendono l’acquisto più conveniente; banche caute sulla qualità del credito ma attive con campagne, vigilando sul rischio di surroghe rapide. Il commento è di Simone Capecchi, Executive Director di CRIF.
In crescita i vacanzieri estivi: previsioni positive per il turismo italiano del 2025
Le previsioni Turism forecast summer Demoskopika indicano per giugno-settembre 2025 65,8 milioni di arrivi (+3,4% sul 2024) e 267,4 milioni di pernottamenti (+2,1%) per 38 miliardi di spesa diretta, con +2,2 milioni di turisti e +5,4 milioni di notti (media +2,4 notti), italiani in aumento del 5,5% e stranieri +1,7% negli arrivi ma presenze sostanzialmente stabili (quota estera 51,6%, 35,7 milioni arrivi, circa 138 milioni notti); la spesa pro capite scende da 608 euro (2024) a 593 euro (2025) segnalando viaggi più prudenti e soggiorni più brevi sotto pressione costi e competizione internazionale; i ricercatori sollecitano governance più proattiva e investimenti in qualità, innovazione e sostenibilità per convertire la crescita quantitativa in valore; la stima di spesa comprende ricettivo, ristorazione, trasporti, noleggi, servizi di agenzia, culturali, sportivi ricreativi, shopping e altre voci. Il commento è di Gabriele Burgio, Presidente e Amministratore Delegato Alpitour World e Marina Lalli, Presidente di Federturismo Confindustria.
Con dazi al 30% e cambio euro-dollaro sui livelli attuali «l export italiano di beni negli Usa si ridurrebbe di circa 38 miliardi, pari al 58% delle vendite negli Stati Uniti, al 6,0% dell export totale e, considerando anche le connessioni indirette, al 4,0% della produzione manifatturiera». Lo stima il Centro studi di Confindustria che evidenzia quanto sarebbe «forte l impatto netto sul Pil». L impatto sulla nostra economia «sarebbe mitigato dalla capacità degli esportatori italiani di trovare nuovi mercati di sbocco e di competere su fattori non di prezzo», ma «nel complesso, il livello del Pil italiano nel 2027 sarebbe minore dello 0,8% rispetto al sentiero baseline. L impatto - secondo l analisi di scenario - sarebbe amplificato dall incertezza nei rapporti transatlantici e dal rallentamento dell economia Usa. L effetto stimato è di medio-lungo periodo, cioè nel caso di dazi permanenti (e quando potrebbe aversi lo spostamento di parti delle lavorazioni negli Stati Uniti), perché molti prodotti italiani di alta qualità sono poco sostituibili a breve, specie in grandi quantità. Gli effetti dei dazi possono però essere mitigati da due aspetti: la capacità degli esportatori italiani di trovare nuovi mercati di sbocco; la possibilità di competere su fattori «non di prezzo». Il commento di Alessandro Fontana, direttore del Centro studi di Confindustria ai microfoni di Sebastiano Barisoni.
Propensione al risparmio, sul podio tre province piemontesi
Per il quinto anno consecutivo, Biella si conferma la provincia italiana con la più alta propensione al risparmio. E lì che le famiglie accantonano in media il 15,51% del reddito disponibile. A completare il podio, altre due province piemontesi: Asti (13,64%) e Vercelli (13,62%), ben al di sopra della media nazionale dell 8,27%. L altra faccia della medaglia? I cittadini di Crotone (4,63%), Siracusa (4,66%) e Trapani (4,79%) fanno più fatica a mettere da parte qualcosa. A rivelarlo un analisi di Unioncamere e Centro Studi Tagliacarne, che ha misurato la capacità di risparmio delle famiglie italiane nel 2023 a livello provinciale (ULTIMO DATO DISPONIBILE). I dati mostrano una geografia del risparmio articolata: se è vero che Milano, Roma e Torino concentrano da sole oltre un quarto del risparmio totale per effetto della loro dimensione demografica, è nelle province medio-piccole che si riscontra la maggiore inclinazione a risparmiare. Secondo il direttore del Centro Studi, Gaetano Fausto Esposito, a influire sono fattori culturali e demografici: le province più parsimoniose registrano una maggiore presenza di laureati, un età media più alta e nuclei familiari meno numerosi. E in molte aree del Sud come Avellino o Potenza si risparmia di più nonostante un reddito disponibile inferiore alla media nazionale, segno di una prudenza dettata dall incertezza economica. Il commento di Gaetano Fausto Esposito, direttore generale del Centro Studi Tagliacarne.
La Cina minaccia di bloccare l'accordo sui porti di Panama
La Cina minaccia di bloccare la vendita di oltre 40 porti a BlackRock e Mediterranean Shipping Company, se la compagnia di navigazione cinese Cosco non ne acquisirà una partecipazione. Lo scrive nei giorni scorsi il Wall Street Journal, citando fonti anonime, ricordando che i porti sono di proprietà di CK Hutchison, con sede a Hong Kong. Secondo quanto riportato dal quotidiano, funzionari cinesi avrebbero riferito a BlackRock, MSC e Hutchison che, se Cosco venisse esclusa dall'accordo, Pechino adotterebbe misure per bloccare la proposta di vendita dei porti da parte di Hutchison. Le società coinvolte al momento non hanno commentato l'indiscrezione. La Cina si è sempre opposta fermamente "all'uso di coercizione economica, egemonia, intimidazione e violazione dei legittimi diritti e interessi di altri Paesi", ha dichiarato il portavoce del Ministero degli Esteri Lin Jian in una conferenza stampa di venerdì. A marzo, CK Hutchison, del magnate Li Ka-shing, ha annunciato che avrebbe venduto la sua partecipazione dell'80% nel settore portuale, che comprende 43 porti in 23 Paesi. L'azienda ha un valore di 22,8 miliardi di dollari, inclusi i debiti. Dopo un'attenta analisi e critiche in Cina, CK Hutchison ha confermato a maggio che MSC, l'azienda a conduzione familiare del miliardario italiano Gianluigi Aponte, uno dei principali gruppi mondiali di trasporto container, era il principale investitore di un gruppo che cercava di acquistare i porti. BlackRock, MSC e Hutchison sono tutti aperti all'ingresso di Cosco, ha affermato il WSJ. Tuttavia, è improbabile che le parti raggiungano un accordo prima della scadenza del 27 luglio, precedentemente concordata. È intervenuto Alessandro Plateroti, direttore Newsmondo.it.