Storie ribelli - micro storie di ragazzi e ragazze a mafiòpoli con Peppino Impastato.


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Per la serie "Una foto una storia", "documenti sonori" e "micro-biografie" presento il podcast "Storie Ribelli", micro storie di ragazzi e ragazze a Mafiòpoli con Peppino Impastato. Questa sarà la piazza virtuale dove immaginare, seduti in circolo, quegli amici e compagni di Peppino che raccontano, attraverso il pretesto di un documento fotografico, il proprio vissuto nelle attività culturali e politiche svolte anche con Peppino Impastato.
Autore: Paolo Chirco
Ultimo episodio: 27/02/23 9:00
Aggiornamento: 18/04/24 19:11 (Aggiorna adesso)
Radio AUT: epilogo - Ep. 8

Peppino oggi è diventato un mito cui ha contribuito, secondo me, anche un racconto epico delle esperienze, dimenticandoci qual era la realtà del tempo. Quale era il modo in cui eravamo visti, froci e puttane, straccioni senza voglia di lavorare e pure non ci davamo pena. Piccoli Don Chisciotte contro i mulini a vento. Emarginati quanto ad ascolto e capacità di incidere nel territorio quando il gruppo, o quello che ne restava, si è politicizzato ulteriormente. Come diceva uno dei redattori di Radio AUT, “avevamo la sensazione di avere come interlocutore solo il microfono”. Era molto più facile sintonizzarsi su emittenti locali che proponevano dediche in diretta e musica commerciale da mani a sera. Altro che la noia dei notiziari o degli speciali di quattro straccioni.


Peppino era solo un uomo libero che usava l’ironia e la satira come arma di denuncia, senza compromessi. Oltre a questo è stato ribelle verso la mentalità mafiosa che aveva in casa, ribellandosi al padre. E forse è anche questa ribellione la molla che spinge le giovani generazioni ad amare così Peppino. Ad identificarsi con la sua figura come riscatto di tutte le liti e le incomprensioni che il contrasto generazionale porta sempre inevitabilmente con sé, anche se oggi sono tempi più liberi. Tutto ciò ha semplificato e decontestualizzato il suo operato che è molto più vasto ed articlato, all'interno di quello che era il movimento, respirandone vagiti, sviluppi, rigurgiti, sicurezze, contraddizioni ed insicurezze. 


Terminano così gli episodi sulla vera storia di Radio AUT. Seguirà un episodio speciale tutto dedicato agli scritti di Peppino su Radio AUT che riflettono la sua coerenza e capacità critica e di analisi, non quelle frasette che rimbalzano continuamente sui social, scimmiottate e trasformate anche nell’essenza del messaggio o completamente inventante, prese per buone da un film che è sempre un film, senza capire cosa è reale e cosa no.


Radio AUT: mesi orribilmente indimenticabili - Ep. 7

The end!


Nei primi giorni del 1981, dopo le feste, con tanta amarezza e tristezza, Radio AUT chiude definitivamente le attività. L’assassinio di Peppino ci ha tagliato le gambe, inutile far finta che non è così. La radio che era diventata punto di riferimento delle radio democratiche della Sicilia grazie al lavoro incessante, continuo, capillare, testardo e quotidiano di Peppino e pochi altri, chiude. Peppino ci ha fatto capire che la mafia è nemica della classe operaia, è il nemico della democrazia, è l’obiettivo della lotta di classe contro l’egemonia dei potenti. Il suo assassinio stronca qualunque possibile futuro impegno culturale e politico. Niente sarà più come prima.  Con l’assassinio di Peppino viene a mancare quella lucidità, quella capacità di lettura critica e profonda dei fatti e della realtà, senza lasciarsi abbagliare da un approccio superficiale ai fatti e alle notizie. Si spezza quel processo di maturazione e responsabilità. Manca anche il rapporto con il movimento che nel frattempo è ormai scomparso, ricacciando tutti nel privato e nel personale.


Ci siamo sempre chiesti cosa avrebbe fatto Peppino in tutti questi anni se non fosse stato eliminato. Sono sicuro che avrebbe intuito quelle potenzialità che aveva intravisto nel mezzo radiofonico per utilizzare tutte le nuove tecnologie, che nel tempo si sono innestate sui nostri modi comportamentali, per piegarle al suo modo di fare satira, ironia. Le avrebbe usate per continuare a sbeffeggiare ed irridere i potenti, sarebbe stato sempre nelle piazze e nelle strade per essere momento di coagulo di lotte ed iniziative. Avrebbe continuato a mettere l’ironia e la sua persona al servizio della lotta di classe. Quanto alla sua esperienza di consigliere … mah … è probabile che si sarebbe stancato presto di questa inutile figura istituzionale, sputtanando tutti in pubblico e tornando ad essere la voce libera tra la gente.


Oggi Peppino è una icona, un eroe dei giovani, con il suo esempio di giovane ribelle, che paga con la vita l’essersi opposto alle imposizioni della famiglia e della mafia, diventando il paladino della lotta alle ingiustizie. Purtroppo questo modo di decontestualizzare e guardare a Peppino è, se non fuorviante, quanto meno parziale: manca il substrato culturale e politico, l’essere soggetto rivoluzionario in un’epoca di cambiamenti, di rivolgimenti della politica e della cultura, con quell’incontenibile bisogno e capacità di comunicare bisogni e certezze. Manca la considerazione della scelta di rilancio della militanza in una fase di riflusso dalla politica da parte del movimento. Manca considerare quella capacità, quella forza capace di aggregare e coagulare e organizzare, attorno a sé, tutte quelle istanze capaci poi di protestare per i propri bisogni. Peppino è stato molto di più … ma di queto ne parleremo in un prossimo episodio.


Radio AUT: Il sociale e i grandi eventi - Ep. 6

Morto Peppino, Radio AUT perde tutta la sua incisività e va verso una inesorabile chiusura dell’esperienza. La sconfitta del movimento iniziata con lo scioglimento di Lotta Continua lasciava un grande vuoto: senza più direzione politica a cui Peppino aveva fatto riferimento negli anni precedenti, faceva fronte con la peculiarità delle sue scelte di intervento sociale, e con la sua partecipazione alla competizione elettorale facendo di Peppino un bersaglio isolato e da eliminare al più presto. Resta la rabbia mista al dolore ed all’amarezza. Resta l’emozione del suo ricordo e di tutta l’attività, a volte pervasa da un senso di imbarazzo per le cose fatte o non fatte che potrebbero sembrare oggi poca cosa ma sul finire di quegli anni ‘70 erano pioneristiche e tutte da sperimentare. E’ stato un vero e proprio laboratorio sociale, una esperienza collettiva e anche contraddittoria, senza la possibilità di verificare quello che era il progetto dell’inizio, senza un futuro sicuro ma tutto da scrivere, da vivere e inventare, con una direzione ben precisa ma senza nessuna certezza. Peppino fa della lotta alla mafia la peculiarità sua e di quella della sinistra extraparlamentare, che si era nutrita sempre di controinformazione, e questo era già intervento politico, e trova in questa lotta nuova linfa vitale. Anche se in paese si era soli, isolati, con rapporti interpersonali compromessi, se anche a livello nazionale il Partito Comunista era nemico di tutto ciò che c’era alla sua sinistra, facendosi magistratura e forza di polizia, usando tutta la sua forza nelle fabbriche per forzare gli operai alla delazione attraverso la cultura del sospetto, la passione politica di Peppino e di quella generazione proveniva da una attenzione globale verso il mondo. Una generazione mondo, come la chiama Erri de Luca, capace di una visione più ampia rispetto alla miopia dei faccendieri locali. E’ stato un progetto di cui non abbiamo mai visto lo sviluppo.


Radio AUT: Onda Pazza - Ep. 5

Radio AUT vive giorni di impegno frenetico, orribilmente indimenticabili. A livello nazionale partono i primi teoremi che riuniscono in un tutt’uno la complessità del movimento, appiattendolo nelle esigue minoranze armate; le prime sperimentazioni dei nuovi modelli repressivi con il PCI a gestire la repressione, passando dalla strategia della tensione a quella della repressione. A Cinisi e Terrasini la presenza nel territorio si moltiplica e così anche la qualità dell’impegno politico: il collettivo femminile/ femminista porta avanti le sue inchieste su lavoro nero, aborto, divorzio; il collettivo antinucleare inizia una campagna di controinformazione e proposte alternative alla nuclearizzazione di massa; si prende posizione rispetto al sequestro Moro, seguendone le vicende; Peppino lancia la trasmissione di satira politica, o di fantapoltica, come la chiama lui, “Onda pazza”, che coniugata con i suoi volantini di denuncia serrata delle malefatte dell’amministrazione, collusa con la mafia, diventa uno schiaffo urticante contro i potenti del tempo, mentre il collettivo politico stila la programmazione per la campagna elettorale con Peppino capolista. E’ un momento di militanza che si focalizza soprattutto contro il potere mafioso inteso come multinazionale capace di condizionare tutta la sfera sociale, portandoci di conseguenza ad una rottura definitiva con la famiglia mentre la società ci additava come “folli”, con sguardi pesanti, carichi di avvertimento, con battute sarcastiche che nulla lasciavano presagire di buono. Una potenza tangibile dello sguardo con quella sua capacità di condizionare, di impressionare, di trasmettere pregiudizi, risentimenti, avvertimenti che altro non erano che espressione di ignoranza e di chiusura.


Testimonianza e voce narrante di Andrea Bartolotta.


Altre testimonianze di Gianpiero La Fata, Fanny Iacopelli, Graziella Iacopelli, Marcella Stagno, Benedetto Cavataio.


Spazio Donna è un frammento originale dell’epoca condotto da Fanny Vitale.


Frammenti di Onda Pazzasono ricavati dalle cassette originali con la voce di Giuseppe Impastato.


I volantini del collettivo femminista sono letti da Margherita Mongiovì.


Gli altri documenti sonori sono stati trovati in rete.


Radio AUT: il collettivo femminista al microfono-Ep.4

Radio AUT ha iniziato a trasmettere. Era la nostra protesta contro le ingiustizie che vedevamo intorno a noi. Volevamo creare qualcosa di nuovo e diverso, qualcosa che potesse aiutare le persone a capire l'importanza della propria vita libera dalle oppressioni e dal gioco mafioso. La radio era il mezzo più immediato per la circolazione del pensiero critico e dell’informazione o meglio, della controinformazione. Radio AUTraccoglie ed amplifica la voce delle varie istanze: dal femminismo all’antinucleare, dalla disoccupazione allo sfruttamento dei lavoratori, dalla corruzione all’abusivismo. Ciò porta inevitabilmente al tentativo di continuazione e sviluppo del progetto radiofonico in un obiettivo di costruzione di un movimento politico di opposizione al sistema. Si va in controtendenza rispetto alla storia nazionale dove stava venendo a mancare la comunicazione politica in un clima molto difficile, dove la repressione dello stato determinava un ritorno al privato dei soggetti che pur avevano avuto grandi esperienze in gruppi organizzati, senza più riferimenti operai a causa dello smantellamento progressivo delle fabbriche, con la dissoluzione della parte più ribelle e combattiva della classe operaia, messa in cassa integrazione e mai più assunta, e con quell’elemento che risulterà devastante: il femminismo militante.


Testimonianza e voce narrante di Andrea Bartolotta.


Altre testimonianze di Gianpiero La Fata, Fanny Iacopelli, Graziella Iacopelli, Marcella Stagno, Benedetto Cavataio.


Spazio Donna è un frammento originale dell’epoca condotto da Fanny Vitale.


Frammenti di Onda Pazzasono ricavati dalle cassette originali con la voce di Giuseppe Impastato.


I volantini del collettivo femminista sono letti da Margherita Mongiovì.


Gli altri documenti sonori sono stati trovati in rete.


Radio AUT: struttura ed organizzazione - Ep. 3

Con la nascita di Radio AUT si interrompe il progetto di aggregazione giovanile che, con tutte le sue contraddizioni, leggerezze e scazzi, si poneva in confronto dialettico con la società in costante cambiamento, scontrandosi con la realtà locale. Famiglie in primis. Si chiude, o forse è meglio dire, si trasforma quel progetto culturale in uno di impegno politico perché Peppino insiste a spingere il gruppo verso la politica attiva abbattendo quanto più possibile quella distanza che esiste ed esisteva tra il personale ed il politico. A differenza delle grandi organizzazioni della sinistra, che si ponevano la questione del potere, questo è stato un obiettivo che non è mai passato, non ci ha mai interessato. Si pensava di cambiare la vita, cambiare lo stato delle cose partendo dalla propria soggettività, dai cazzi propri che ognuno aveva in casa con i genitori, con la propria compagna o compagno, a scuola o nel lavoro e nella società in genere. Ritengo che i due anni di attività culturale al circolo Musica e cultura siano stati per Peppino una parentesi dalla passione e dall'impegno più strettamente politico come lo intendeva e viveva lui o anche di riflessione sul processo politico e culturale in corso. Il gruppo culturale non raggiunse mai il grado di impegno e di maturità politica come avrebbe voluto Peppino. Ecco quindi la forzatura, la spinta verso uno strumento che diventa momento di lotta attiva, partecipe e partecipata, nel territorio. Il circolo è stato un primo passo verso questo obiettivo, e Peppino ora spinge ad andare avanti, con una nuova consapevolezza e con uno strumento che fungesse da leva al cambiamento sociale.


Testimonianza e voce narrante di Andrea Bartolotta.


Altre testimonianze di Gianpiero La Fata, Fanny Iacopelli, Graziella Iacopelli, Marcella Stagno, Benedetto Cavataio.


Spazio Donna è un frammento originale dell’epoca condotto da Fanny Vitale.


Frammenti di Onda Pazza sono ricavati dalle cassette originali con la voce di Giuseppe Impastato.


I volantini del collettivo femminista sono letti da Margherita Mongiovì.


Gli altri documenti sonori sono stati trovati in rete.


Radio AUT: una decisione sofferta- Ep. 2

Radio AUT sta per nascere in un momento di tensione e di forti lotte tra studenti e operai da una parte e le forze repressive dello stato dall’altro, che con tutti i mezzi, anche sparando sui dimostranti (vedi l’uccisione di Francesco Lorusso e Giorgiana Masi) cercano di criminalizzare e di reprime le contestazioni. Peppino ribolle … dice che non c’è modo di raccontare agli altri quello che succede e la radio è lo strumento ideale. La decisione do passare da una esperienza prettamente culturale ad una più politica è una decisione sofferta: porta con sè la previsione inevitabile della chiusura del circolo "Musica e Cultura". Una parte di noi passerà alla gestione della radio, quelli che restiamo non abbiamo più la forza di portare avanti una attività culturale che aveva avuto il grande merito nella capacità associativa dei giovani di due paesi che, se pur confinanti erano e sono diversi per formazione e cultura e che si stavano confrontando sul rapporto uomo-donna, sulle tematiche dell’attualità del tempo, senza preconcetti e o barriere, impegnati in tante attività di intervento sul territorio. Non è solo la chiusura di un'associazione culturale, ma anche quella di un progetto importante per l'intera comunità. Un progetto nato dall'esigenza di dare espressione e coesione al desiderio di miglioramento e di crescita sociale che da sempre anima i giovani e che ora fa il salto nell’impegno politico.


Testimonianza e voce narrante di Andrea Bartolotta.


Altre testimonianze di Gianpiero La Fata, Fanny Iacopelli, Graziella Iacopelli, Marcella Stagno, Benedetto Cavataio.


Spazio Donna è un frammento originale dell’epoca condotto da Fanny Vitale.


Frammenti di Onda Pazza sono ricavati dalle cassette originali con la voce di Giuseppe Impastato.


I volantini del collettivo femminista sono letti da Margherita Mongiovì.


Gli altri documenti sonori sono stati trovati in rete.


Radio AUT: le motivazioni di una scelta - Ep.1

Peppino coglie l'opportunità di una "rivoluzione": la liberalizzazione dell'etere e quindi la possibilità di fare radio. Uno strumento che diventa libero con le sue dirette radiofoniche. E’ una opportunità ed una occasione da cogliere per uno sviluppo democratico dell’informazione che parta dal basso (controinformazione), con la possibilità, attraverso l’uso del microfono, per la prima volta aperto e aperto a tutti, di un confronto dialettico che può intrecciare, approfondire e favorire la conoscenza e la riflessione. E’ una nuova frontiera che si apre alla libertà di opinione e alla liberalizzazione della parola. La diretta, attraverso le telefonate, è uno dei presupposti per la partecipazione attiva, dal basso, dove il cittadino prende parola e si esprime senza censure. Una cosa oggi scontata ma allora non era mai accaduto. Anche se allettante non è una scelta facile. Inizia così il racconto della vera storia di radio aut in otto episodi più un nono bonus: gli scriti di Peppino sulla radio. Andrea Bartolotta, amico e compagno di Peppino da sempre, ci conduce in una narrazione accorata, che va dalla proposta di aprire una radio libera alla chiusura dell'esperienza radiofonica. Racconto supportato da altre testimonianze ed esperienze di quelli che furono i redattori ed i pionieri di un'esperimento sociale di controinfofrmazione che si infrangerà violentemente in quella dannata notte del 9 maggio 1978.


Testimonianza e voce narrante di Andrea Bartolotta.


Altre testimonianze di Gianpiero La Fata, Fanny Iacopelli, Graziella Iacopelli, Marcella Stagno, Benedetto Cavataio.


Spazio Donna è un frammento originale dell’epoca condotto da Fanny Vitale.


Frammenti di Onda Pazza sono ricavati dalle cassette originali con la voce di Giuseppe Impastato.


I volantini del collettivo femminista sono letti da Margherita Mongiovì.


Gli altri documenti sonori sono stati trovati in rete.


Anteprima dello spettacolo "Il Pozzo dei Pazzi"

Gaspare Cucinella, poeta e attore teatrale, amico da lunga data di Peppino Impastato, in questa Storia Ribelle si racconta in una sorta di autobiografia che è anche il raccconto della nascita della "Compagnia del Sarto", gruppo teatrale fondato da Franco Scaldati nella Palermo di metà anni '70 e in particolare, al racconto del come naque lo spettacolo teatrale "Il pozzo dei pazzi", specchio dei quartieri bassi di una città (Palermo) dove si vive di espedienti ma, in fondo, liberi. Spettacolo rappresentato anche a Cinisi al circolo "Musica e Cultura".


Ascolta il racconto integrale del "Pozzo dei Pazzi".


Funerale Peppino Impastato: Cinisi, 10 maggio 1978

Il funerale di Peppino Impastato, assassinato dalla #mafia a Cinisi il #9maggio78 scandito dal racconto di alcuni compagni. Un racconto partecipe e accorato dei momenti salienti del funerale di #PeppinoImpastato svoltosi a Cinisi il 10 maggio 1978, in un pomeriggio di pioggia: dall’attesa dell’arrivo della bara con i poveri resti di #Peppino, con una folla di ragazzi e ragazze, con i volti tristi e chini ad attenderla, al dolore di #Felicia; dal gesto di sfida di  #Giovanni,  pugno chiuso teso in alto, segno di sfida e continuità di lotta ai  garofani gettati a pugno chiuso sulla bara che sembra galleggiare sulla  folla che si apre al suo passaggio. Il  corteo, aperto dallo striscione, anche questo segno di sfida e  continuità di lotta: CON LE IDEE E IL CORAGGIO DI PEPPINO NOI  CONTINUIAMO, che sfila fino al cimitero con l’ultimo saluto di un canto  sommesso.


Il fotoracconto del funerale, con foto inedite, è visibile su: https:/ / youtu.be/ PuQUiB20Q0U


Musica di sottofondo presa ed elaborata da: 


https:/ / incompetech.filmmusic.io/ song/ 5739-ancient-rite https:/ / incompetech.filmmusic.io/ standard-license Il brano Action Strike è di Rafael Krux - e distribuito con licenza CC0  Ancient Rite Kevin MacLeod (incompetech.com) Licensed under Creative Commons: By Attribution 3.0 License http://creativecommons.org/ licenses/ by/ 3.0/ Apocalypse Spooky Ambience Sound effects from https:/ / www.free-stock-music.com The Preparation by BatchBug | https:/ / soundcloud.com/ batchbug Creative Commons Attribution 3.0 Unported License The Preparation by BatchBug | https:/ / soundcloud.com/ batchbug Music promoted by https:/ / www.free-stock-music.com Creative Commons Attribution 3.0 Unported License https:/ / mixkit.co/ free-sound-effects/ heartbeat/ mixkit-cinematic-horror-heartbeat-transition-489 mixkit-cinematic-mystery-heartbeat-transition-492 mixkit-blockbuster-trailer-sci-fi-deep-drum-552 Dramatic Adventure by MaxKoMusic | https:/ / maxkomusic.com/ Music promoted by https:/ / www.free-stock-music.com Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 Unported Dark Ages by MaxKoMusic | https:/ / maxkomusic.com/ Music promoted by https:/ / www.free-stock-music.com Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 Unported Evolution Slowmotion "Music: www.bensound.com" or "Royalty Free Music from Bensound"  Creative Commons Attribution 3.0 Unported License  lo slogan "peppino è vivo" è preso dal corteo del 9 maggio 2002 il canto "morti di reggio emilia" è stato concesso gratuitamente da  "ribelli in cor, circolo arci Porta al Prato, Firenze e liberamente  riadattato.


1976: Donne a Cinisi - parte settima

Settimo ed ultimo episodio per raccontare le valutazioni personali di questo percorso, iniziato con la voglia di conoscersi e sfociato in un inpegno sociale e politico. Dedicato a Fanny Vitale.


1976: Donne a Cinisi - parte sesta

Sesto episodio del racconto del gruppo delle ragazze a "Musica e Cultura" e "Radio AUT". Il gruppo delle ragazze segue il percorso di tutto il gruppo di ragazzi e ragazze che orbita, con Peppino Impastato, al circolo. E nel momento in cui nasce radio Aut anche il gruppo politicizzato delle femministe si reca e trasmette da Radio AUT. Questo impegno radiofonico vine raccontato anche con un frammento originale ed inedito, del programma "Spazio donna", condotto da Fanny Vitale, prematuramente scomparsa.


1976: Donne a Cinisi - parte quinta

Quinto episodio per conoscere la storia del gruppo delle ragazze a "Musica e Cultura". Le otto donne intervistate ci narrano dell'impegno sociale: le inchieste sul lavoro nero, con la denuncia puntuale delle condizioni di sfruttamento delle giovani lavoratrici di Cinisi; della denuncia dei casi di violenza sessuale in zona e la vicinanza alle vittime, facendo volantinaggi e organizzando sottoscrizioni.  Dell'indagine sociale sulle donne con l'analisi di un questionario dato quasi porta a porta.


1976: Donne a Cinisi - parte quarta

Quarto episodio del racconto dell'esperienza di aggregazione femminile all'interno del circolo "Musica e Cultura". Un episofio che narra dei rapporti delle ragazze con i compagni del circolo, dell'organizzazione di alcune attività e delle indagini nel territorio svolte dal gruppo delle ragazze. Letture di parte dei volantini prodotti e di pagine del diario. Con interventi di Angela Lanza e Letizia Battaglia.


1976: Donne a Cinisi - parte terza

Otto donne raccontano, in questo terzo episodio, l'ambiente sociale e la situazione familiare: la repressione verbale e fisica subiita dalle ragazze che volevano essere libere di scegliere la propria vita, le proprie amicizie., il proprio lavoro e i propri studi Ragazze che volevano imporre il loro modo di essere donne all'interno di una società maschilista, clericale e mafiosa. Il coraggio di esporsi pubblicamente in un comizio dichiaratamente femminista, in appoggio alla campagna elettorale di Peppino Impastato. Completa il racconto il podcast, su questa piattaforma,  dedicato esclusivamente al comizio femminista, dove Marcella Stagno lo racconta per Storie ribelli.


1976: Donne a Cinisi - parte seconda

Otto donne raccontano, in questo secondo episodio, il passaggio da collettivo femminile a femminista, all'interno del circolo "Musica e  Cultura" nella Cinisi del 1976. Il loro percorso di autoformazione, gli incontri di autocoscienza, parlando di sessualità, di lavoro, di emarginazione, di libertà e senza tacere le contraddizioni interne al gruppo. Il dibattito se essere un gruppo femminile o femminista ripercorso attraverso le pagine del loro diario. Una testimonianza che ci fa rivivere l'atmosfera degli anni '70.


1976: Donne a Cinisi - parte prima

Otto donne raccontano, in questo primo episodio, le motivazioni della nascita del collettivo delle ragazze all'interno del circolo "Musica e Cultura" nella Cinisi del 1976. Sono le stesse ragazze, oggi donne, che frequentavano il circolo #musicaecultura, interrogandosi sul loro essere donna e iniziando così un perorso che le porterà ad una presa di coscienza del loro ruolo, spingendole verso una politicizzazione espressa con le inchieste e le denunce sul territorio. Dal lavoro nero alle violenze sessuali, dal salario alle casalinghe ai questionari sulle condizioni delle ragazze, dallo "Spazio Donna" a #radioaut al comizio femminista durante la campagna elettorale di #peppinoimpastato. Tutto ciò nella Cinisi perbenista, benpensante e clericale e sotto il balcone di #Badalamenti






Carnevale alternativo a Cinisi nel 1977

Un  carnevale che è stato anche un momento culturale per noi. L’abbiamo  vissuto in maniera alternativa anche nella sala, con i prezzi politici  per un panino e una bibita, al minimo per autofinanziarci. Ogni  settimana era dedicata ad un tema: indiani, clown … e oltre  all’abbigliamento ci si comportava secondo il tema. I balli di coppia  erano considerati molto tradizionali per cui si facevano spesso trenini e  balli collettivi, balli alternativi si diceva: si ballava, si  scherzava, tutto autogestito, con costi minimi e senza nessuno che  intendesse specularci. Un carnevale, quello al circolo "Musica e  Cultura" nel 1977, trasgressivo, antagonista al carnevale tradizionale.  Una sfilata molto coreografica con palloncini ed uno splendido Peppino e  tanti altri di noi.



Così si è pensato di portare l'allegria nelle strade del paese: non  un evento che allora, come oggi si svolge nel corso, la via principale,  ampia e dritta, ma un evento da fare vivere nelle strade, nei quartieri,  con la stessa idea della mostra itinerante svolta in estate: portare la  cultura, la musica, l'evento, in tutto il territorio, in mezzo a quella  gente che difficilmente usciva da casa per partecipare a quegli eventi  che si svolgevano nel corso. C'era in questo anche il tentativo di  recuperare una tradizione, la tradizione del carnevale in cui persone  vestite in modo fantasioso e con cappuccio, nei pomeriggi di carnevale,  giravano per le vie del paese, persone singole o piccoli gruppi, e tanti  ragazzini che avevano voglia di ridere e scherzare. Noi eravamo gruppo e  come gruppo ci siamo mossi. Un serpentone di persone in maschera ma  senza cappuccio, con i volti scoperti, con l'idea mettiamoci la faccia,  vestiti un po' da indiani, un po' tinti di nero, un po' da clown, che con  delle grandi latte da usare come tamburi, con dei grandi coperchi come  grancasse, giravamo per le vie del paese, ballando e cantando. Un gran  divertimento che iniziava già dai preparativi, quando i locali del  circolo "Musica e Cultura", tra scherzi e risate, si trasformavano in  laboratorio da trucco.


Marcella di radio AUT racconta il convegno di Bologna del '77

Il 1977 fu un anno molto duro, con scontri violenti  nelle piazze,  con lo Stato che colpiva tutte le forme di dissenso,  criminalizzando ed  arrestando studenti, operai, intellettuali, editori e  giornalisti.  Questo clima di repressione indignò la comunità  internazionale che  diffuse un appello, a firma degli intellettuali  francesi, contro la  repressione e la militarizzazione del territorio.  Questo diede lo  spunto al convegno di tre giorni, tenutosi a Bologna, a cui anche una  rappresentanza del Circolo "Musica e Cultura" e di "Radio AUT"  parteciparono, telefonando in Radio la diretta degli incontri. Peppino  Impastato fu tra questi inviati a Bologna. In questo episodio è Marcella Stagno che racconta a  "Storie ribelli" quella esperienza.


Dedicato a Giorgiana Masi


Radio AUT e il convegno di Bologna del '77 - parte seconda

Il 1977 fu un anno molto duro, con scontri violenti  nelle piazze, con lo Stato che colpiva tutte le forme di dissenso,  criminalizzando ed arrestando studenti, operai, intellettuali, editori e  giornalisti. Questo clima di repressione indignò la comunità  internazionale che diffuse un appello, a firma degli intellettuali  francesi, contro la repressione e la militarizzazione del territorio.  Questo diede lo spunto al convegno di tre giorni, tenutosi a Bologna, a cui anche una rappresentanza del Circolo "Musica e Cultura" e di "Radio AUT" parteciparono, telefonando in Radio la diretta degli incontri. Peppino Impastato fu tra questi inviati a Bologna. Benedetto Cavataio racconta a "Storie ribelli" quella esperienza.


Dedicato a Francesco Lorusso


Radio AUT e il convegno di Bologna del '77 - parte prima

Il 1977 fu un anno molto duro, con scontri violenti nelle piazze, con lo Stato che colpiva tutte le forme di dissenso, criminalizzando ed arrestando studenti, operai, intellettuali, editori e giornalisti. Questo clima di repressione indignò la comunità internazionale che diffuse un appello, a firma degli intellettuali francesi, contro la repressione e la militarizzazione del territorio. Questo diede lo spunto al convegno di tre giorni, tenutosi a Bologna, a cui anche una rappresentanza del Circolo "Musica e Cultura" e di "Radio AUT" parteciparono, telefonando in Radio la diretta degli incontri. Peppino Impastato fu tra questi inviati a Bologna. Benedetto Cavataio racconta a "Storie ribelli" quella esperienza. 


Dedicato a Francesco Lorusso


parte prima


FELICIA: Mia nonna- parte quarta

Felicia raccontata da chi ha vissuto accanto a Lei il suo dramma ineluttabile di moglie e madre, in perenne equilibrio tra l'essere moglie di un "amico degli amici" e l'essere madre di un figlio che preferisce farsi buttare fuori di casa pur di non stare dalla parte del padre. Anello di congiunzione tra mondi opposti che anche dentro le mura domestiche collidono e si intrecciano in una dicotomia inevitabile e irrisolvibile.


In esclusiva, la voce di Felicia, tratta dalle audio-cassette del 1984: l'intervista-inchiesta di Anna Puglisi e Umberto Santino che qui raccontano la genesi del libro "la mafia in casa mia", pietra miliare per la comprensione del fenomeno mafioso all'interno e dall'interno della quotidianità familiare.


La nuora, Felicetta, nel suo intimo rapporto quotidiano, ci racconta della donna madre e della donna rivoluzionaria mentre Luisa, la nipote, ci racconta degli aspetti più intimi, intensi ed oltremodo comuni della donna nonna.


Giovanni Riccobono narra l'aspetto protettivo e materno  di Felicia verso i compagni di Peppino.


FELICIA: La mafia incasa mia - terza parte

Felicia raccontata da chi ha vissuto accanto a Lei il suo dramma ineluttabile di moglie e madre, in perenne equilibrio tra l'essere moglie di un "amico degli amici" e l'essere madre di un figlio che preferisce farsi buttare fuori di casa pur di non stare dalla parte del padre. Anello di congiunzione tra mondi opposti che anche dentro le mura domestiche collidono e si intrecciano in una dicotomia inevitabile e irrisolvibile.


In esclusiva, la voce di Felicia, tratta dalle audio-cassette del 1984: l'intervista-inchiesta di Anna Puglisi e Umberto Santino che qui raccontano la genesi del libro "la mafia in casa mia", pietra miliare per la comprensione del fenomeno mafioso all'interno e dall'interno della quotidianità familiare.


La nuora, Felicetta, nel suo intimo rapporto quotidiano, ci racconta della donna madre e della donna rivoluzionaria mentre Luisa, la nipote, ci racconta degli aspetti più intimi, intensi ed oltremodo comuni della donna nonna.


Giovanni Riccobono narra l'aspetto protettivo e materno  di Felicia verso i compagni di Peppino.


FELICIA: giustizia, no vendetta - seconda parte

Felicia raccontata da chi ha vissuto accanto a Lei il suo dramma ineluttabile di moglie e madre, in perenne equilibrio tra l'essere moglie di un "amico degli amici" e l'essere madre di un figlio che preferisce farsi buttare fuori di casa pur di non stare dalla parte del padre. Anello di congiunzione tra mondi opposti che anche dentro le mura domestiche collidono e si intrecciano in una dicotomia inevitabile e irrisolvibile.


In esclusiva, la voce di Felicia, tratta dalle audio-cassette del 1984: l'intervista-inchiesta di Anna Puglisi e Umberto Santino che qui raccontano la genesi del libro "la mafia in casa mia", pietra miliare per la comprensione del fenomeno mafioso all'interno e dall'interno della quotidianità familiare.


La nuora, Felicetta, nel suo intimo rapporto quotidiano, ci racconta della donna madre e della donna rivoluzionaria mentre Luisa, la nipote, ci racconta degli aspetti più intimi, intensi ed oltremodo comuni della donna nonna.


Giovanni Riccobono narra l'aspetto protettivo e materno  di Felicia verso i compagni di Peppino.


FELICIA: la mamma - parte prima

Felicia raccontata da chi ha vissuto accanto a Lei il suo dramma ineluttabile di moglie e madre, in perenne equilibrio tra l'essere moglie di un "amico degli amici" e l'essere madre di un figlio che preferisce farsi buttare fuori di casa pur di non stare dalla parte del padre. Anello di congiunzione tra mondi opposti che anche dentro le mura domestiche collidono e si intrecciano in una dicotomia inevitabile e irrisolvibile.


In esclusiva, la voce di Felicia, tratta dalle audio-cassette del 1984: l'intervista-inchiesta di Anna Puglisi e Umberto Santino che qui raccontano la genesi del libro "La mafia in casa mia", pietra miliare per la comprensione del fenomeno mafioso all'interno e dall'interno della quotidianità familiare.


La nuora, Felicetta, nel suo intimo rapporto quotidiano, ci racconta della donna madre e della donna rivoluzionaria mentre Luisa, la nipote, ci racconta degli aspetti più intimi, intensi ed oltremodo comuni della donna nonna.


Giovanni Riccobono narra l'aspetto protettivo e materno  di Felicia verso i compagni di Peppino.






Lo ZETA 10 - mafia e territorio.
Lirio Abbate racconta una delle foto della mostra fotografica, con didascalie scritte da #Peppino , che pubblicizzavano gli accordi e le cifre della speculazione sul territorio. La mostra verrà esposta in due edizioni: una prima volta nell'estate del 1977 e portata a spalla per le via principale del paese perchè il sindaco negò l'autorizzazione all'occupazione del suolo pubblico con la scusa di un'altra manifestazione in corso (la festa dell'emigrante). Peppino propose di non posare i pannelli a terra ma di tenerli in mano, a volte poggiati sui piedi ... e fu un successo perchè i pannelli furono portati davanti alle persone sedute davanti casa, nei bar e davanti a tutte le persone in strada per la festa, raggiungendo un pubblico più vasto. La seconda edizione fu nei primi giorni del 1978, pochi giorni prima dell'assassinio di Peppino e fu vista sia dai mafiosi locali che dal maresciallo dei carabinieri. Il risultato è ormai storia.
Le streghe
Le Streghe
Il 24 luglio del 1976 il circolo “Musica e Cultura”, attraverso la sua componente femminile, presenta lo spettacolo teatrale “Le Streghe” del Gruppo Romano Teatro Femminista. Nello spiazzo antistante la scuola elementare “Tenente Anania”, in via Sacramento, si rappresenterà una piece teatrale semplice, con una scenografia povera, fatta di fili stesi dove appendere panni teatralmente lavati al fiume o che, diversamente appesi, simuleranno un bosco o faranno parte di un improvvisato tribunale medioevale dell’inquisizione. Il tema è quello della sottomissione della donna e rappresentato attraverso la metafora della caccia alle streghe. E’ la prima volta che la componente femminile partecipa attivamente alla preparazione di un evento preparando le tessere-biglietto (prezzo “politico” cioè simbolico, di qualche centinaio di lire, ma anche ad offerta libera o … gratis) preparando e distribuendo volantini e cercando un dialogo con le donne del paese che, a leggere dalle pagine del loro diario, non ci sarà. All’interno del gruppo delle ragazze nasce anche un dibattito tra chi avrebbe voluto gestire tutto lo spettacolo da sole, senza l’aiuto dei ragazzi (palco, luci, trasporti, autorizzazioni…) per dimostrare la loro capacità e autonomia, e chi invece ha ritenuto importante questo coinvolgimento maschile come momento di crescita comune.
Di seguito una rara testimonianza di quell’evento, anzi unica, perché vista e raccontata da chi ha preparato e realizzato lo spettacolo.
Il testo seguente è stato riadattato dal testo originale “perché le Streghe” dalla rivista EFFE del novembre 1976 e visionabile sul sito:
https:/ / efferivistafemminista.it/ perche-le-streghe/
La croce e la bandiera
Tra il serio e l'ironico, con un misto di goliardia ed incoscienza, un episodio giovanile di Peppino Impastato dove si può cogliere tutta la vena ironica e anticlericale di un Peppino ancora giovane. Un racconto postumo di Giuseppe Ruffino, comunista militante, che con Peppino ha condiviso alcune battaglie sul territorio.
La mafia è una ...
Le storie di vita, a volte, prendono forme che, seppur aderenti alla realtà, deviano da essa. E' così per la famosa frase su ciò che è la mafia, scritta da parte di Peppino. Agostino Vitale, amico di infanzia e di esperienze politiche, nonchè fine analista della situazione politica e sociale, con il pallino del giornalismo e divoratore di fumetti, prematuramente scomparso, ci racconta come sono nate le prime esperienze di giornalismo, come e dove e quale fosse in realtà la famosa frase di Peppino. Ci racconta, per averla vissuta direttamente, come in quegli anni veniva fatta la lotta alla mafia e come si svolgevano le perquisizioni domiciliari alla ricerca di Badalamenti. Questo ed altro in un racconto più ampio tratto dal convegno "Da Impastato ad Andreotti", del 9 maggio 1993, presso l'auditorium "Peppino Impastato" di Cinisi.

Qui il link diretto alla fonte - http://www.radioradicale.it/ soggetti/ 44644/ agostino-vitale#!slide
1976: donne a Cinisi: da femminile a femministe
Maria Concetta Biundo, una delle compagne attiviste al circolo "Musica e Cultura", raccorda tra passato e presente l'esperienza di aggregazzione femminile nella Cinisi bibgotta e provinciale del 1976. La coscienza femminista acquisita attraverso l'autocoscienza, lo studio, la riflessione ed il confronto con la società del tempo e con i ragazzi che frequentano il circolo. Una analisi delle problematiche sociali di quel periodo nel raffronto con le problematiche attuali.
La fine della nostra giovinezza
Pino Manzella ci racconta il suo 9 maggio 1978: quello che ha significato l'assassinio di Peppino, come tutto cambia all'improvviso. E poi la controinchiesta dei compagni, l'acquisizione delle prove, il comportamento dei carabinieri .... ed altro ancora.
Tutti vi dovevano ammazzare
Con la sua intensa carica emotiva, Marcella Stagno ci racconta come ha vissuto il 9 maggio 1978, poche ore dopo l'assassinio di Peppino Impastato. Le sensazioni, le paure, le scelte difficili da prendere eppure prese. Le reazioni della famiglia e della gente comune. Una testimonianza che è un racconto di rara compartecipazione. Da ascoltare e riascoltare.
Il risveglio da un incubo
Un racconto molto toccante ed introspettivo su quella mattina del 9 maggio '78.
Gianpiero La Fata ci narra come visse la sua visita al casolare nell'imminenza dei fatti. La perquisizione domiciliare e l'interrogatorio in caserma come complice di un attentato terroristico. Lo stato d'animo di chi, oltre ad aver perso un amico, ha perso anche un punto di riferimento fondamentale.
9maggio'78 - alba di un triste giorno
Parte quarta: alba di un triste giorno: la fine e l'inizio.

E' il 9 maggio del 1978. Alba di un giorno doloroso e tragico. La macchina del fango è all'opera: dilaniato il corpo di Peppino si continua smenbrando anche la persosnalità. Noi, i "complici" dell'attentatore suicida, tra perquisizioni e interrogatori, sono come due mondi opposti che si affrontano.

Un racconto accorato e a più voci che ci condurrà, passo passo, in quel pomeriggio dell'8 maggio '78 a radio Aut insieme a Peppino. Passeremo una lunga notte nelle ricerche, con la consapevolezza che sia accaduto l'irreparabile e vedremo un triste mattino, trattati come complici di un attentatore fallito.
9maggio'78 - lunga e buia, la notte
Parte terza: lunga e buia, la notte: dubbi, ansia e paura.

Peppino ritarda per l'assemblea delle 21. L'apprensione lascia il posto all'angoscia mentre si cerca in ogni dove. Qualcosa di ineluttabile sta accadendo.

Un racconto accorato e a più voci che ci condurrà, passo passo, in quel pomeriggio dell'8 maggio '78 a radio Aut insieme a Peppino. Passeremo una lunga notte nelle ricerche, con la consapevolezza che sia accaduto l'irreparabile e vedremo un triste mattino, trattati come complici di un attentatore fallito.
9maggio'78 - pomeriggio a radio aut
Parte seconda: pomeriggio a radio AUT - programmazione e partecipazione.

Ultimo pomeriggio con Peppino a radio AUT. La sua incazzatura e le dinamiche di una storia che ha imboccato il suo percorso, tragico ed inarrestabile, e ci condurrà ad un'alba tragica.

Un racconto accorato e a più voci che ci condurrà, passo passo, in quel pomeriggio dell'8 maggio '78 a radio Aut insieme a Peppino. Passeremo una lunga notte nelle ricerche, con la consapevolezza che sia accaduto l'irreparabile e vedremo un triste mattino, trattati come complici di un attentatore fallito.
9maggio'78 - la gioia nell'impegno
Parte prima: la gioia nell'impegno: Peppino attivista nel sociale.

Peppino raccontato: personalità, impegno politico e sociale, volantini, comizi. Brani dell'ultima sua intervista. L'ironia al servizio della lotta di classe.

Un racconto accorato e a più voci che ci condurrà, passo passo, in quel pomeriggio dell'8 maggio '78 a radio Aut insieme a Peppino. Passeremo una lunga notte nelle ricerche, con la consapevolezza che sia accaduto l'irreparabile e vedremo un triste mattino, trattati come complici di un attentatore fallito.
Il murales al Circolo Musica e Cultura di Cinisi
Trovato il locale per la sede del circolo "Musica e Cultura" in quella Cinisi dei primi giorni del 1976, si pensò di collocare un grande dipinto murale in una parete del circolo. Come e perchè (e come andò a finire) lo raconta l'autore di quel dipinto: Pino Manzella.
Guido Orlando o dello sguardo emozionale
Breve biografia di Guido Orlando nel racconto degli amici più intimi: la sua timidezza e la sua forza, le passioni della musica, del teatro e della fotografia.
Compagno di Peppino Impastato, socio dell'Associazione Onlus Peppino Impastato e socio-fondatore dell'Associazione Casa Memoria Impastato. Fotografo naturalista, paesaggista e di Casa Memoria Impastato.
Noi rispondemmo col lancio di uova.
Il racconto di un gruppo di ragazze, non ancora con una coscienza femminista ma con una sensibilità verso la questione femminile, che nella Cinisi del finire degli anni '70, ad una macchietta inscenata da un gruppo di fascisti del luogo ed offensiva della dignità di tutte le donne, reagisce con il lancio di uova. Francesca Randazzo, una delle protagoniste, ci racconta questo episodio inedito.
Francesca è una di quelle ragazze di quel gruppo che frequentava il circolo "Musica e Cultura" da cui poi prenderà vita Radio AUT, e che daranno vita ad un movimento locale femminile che, col tempo, acquisiranno una cosccienza femminista, continuando la loro ribellione atraverso Radio AUT.
Il pozzo dei pazzi
Omaggio e ricordo del poeta, attore e compagno di #peppinoimpastato , Gaspare Cucinella. Una breve autobiografia parlando di poesia e teatro: dalla nascita della "Compagnia del sarto", con Franco Scaldati allo spettacolo "Il pozzo dei pazzi", rappresentato a Cinisi al circolo #musicaecucltura l'8 maggio 1976. Le aspettative e le reazoni del pubblico.
la fondazione del circolo Musica e Cultura
Ultimi giorni del 1975. L'entusiasmo di alcuni giovani, finalmente, malgrado l'ostruzionismo clerico-mafioso, si concretizza nel concerto con varii gruppi musicali e che poi si svolgerà in quella sala "preda" da sempre degli "amici" e degli "amici degli amici". E' il germe dell'aggregazione che pochi giorni dopo darà vita al circolo "Musica e Cultura" prima, e a Radio AUT dopo.
E' l'inizio di un risveglio culturale e politico per la comunità, momento unico nella storia di Cinisi, fuori dai canali istituzionali.
Benedetto Cavataio, Giovanni Riccobono, Francesco Impastato e Piero Impastato ne raccontano la storia.
Cos'è e cosa trovi in Storie ribelli - micro storie con Peppino Impastato
Per la serie "una foto una storia" e "documenti sonori", presento i contenuti del podcast "Storie Ribelli", micro storie di compagni e compagne a Mafiòpoli con Peppino Impastato. Questa sarà la piazza virtuale dove immaginare, seduti in circolo, quegli amici e compagni di Giuseppe Impastato che raccontano, attraverso il pretesto di un documento fotografico, il proprio vissuto nelle attività culturali e politiche svolte anche con Peppino Impastato.
Comizio femminista a Cinisi nel 1978
A partire dal 1976, il gruppo delle ragazze che orbitava a Cinisi presso il circolo "Musica e Cultura", comincia un percorso autonomo di crescita che, a partire dall'autocoscienza, le porterà a conoscere meglio sè stesse e verso lo sviluppo di una coscienza di classe. Nel comizio, tenuto nel corso di Cinisi e che si svolge poco prima delle amministrative del '78, quelle che vedranno l'assassinio di Peppino Impastato, esse rivendicheranno pubblicamente le loro scelte. Marcella Stagno lo raconta per noi.

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