Iniziative per la XVI Settimana della Cultura Scientifica e Tecnologica, 13-19 marzo 2006


Tags (categorie): Tecnologia
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Una comunicazione scientifica efficace non richiede solamente la capacità di raccontare in modo semplice contenuti complessi, ma anche un’attenzione costante alle diverse strategie di comunicazione...
Autore: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia
Ultimo episodio: 21/03/06 11:20
Aggiornamento: 04/11/23 6:43 (Aggiorna adesso)
Sergio Castellari - il protocollo di Kyoto

Il protocollo di Kyoto, che ha appena compiuto un anno, è un importante strumento soprattutto sul piano geopolitico perché ha messo d'accordo, anche se con enorme difficoltà, oltre 100 paesi sulla necessità di affrontare congiuntamente il problema delle emissioni di carbonio in atmosfera. I paesi industrializzati devono ridurre, complessivamente, le emissioni del 5,2% rispetto ai livelli del 1990. I paesi in transizione, come quelli dell'ex area sovietica, sono a credito di emissione e quelli in via di sviluppo, per il momento, non hanno alcun obbligo.

La storia del protocollo però non è affatto semplice, i suoi meccanismi piuttosto complessi sconfinano dal campo scientifico a quello economico e sociale, il suo futuro incerto e ricco di interrogativi. Che ruolo avranno gli Stati Uniti? E i grandi paesi in via di sviluppo, come la Cina, l'India e il Brasile? E l'Italia, come si sta comportando? Cosa succederà nel 2012, ci sarà un Kyoto 2?




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Marina Tonani - Anche il mare ha il suo meteo…

Le previsioni oceanografiche, nate dopo quelle atmosferiche e comunque dipendenti da esse, sono molto utili non solo per prevedere come si sposterà una marea nera in caso di incidente o quali sono le correnti quando si naviga, ma anche per progettare le grandi opere, come la costruzione di piattaforme e la posa di cavi e condutture, e per capire come varia il clima globale. Studiare il clima degli oceani richiede attrezzature costose e sofisticate, dati satellitari e dati raccolti in mare aperto, modelli numerici e computazionali molto accurati.




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  • >>GNOO :: Gruppo Nazionale Oceanografia Operativa




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Andrea Morelli - studiare l'interno della terra

I sismologi cercano di capire come è fatta la struttura interna della terra, sia la crosta che il nucleo, e come si muove, dato che l'interno della terra è in continuo movimento. Lo strumento principe del sismologo è l'analisi e lo studio dei terremoti: lo studio delle onde che si propagano all'interno della terra permette di conoscere le caratteristiche della sua struttura, proprio come se la terra venisse ‘radiografata'.

La sismologia, perlomeno quella quantitativa, è una disciplina relativamente giovane: i primi sismografi sono stati costruiti solo un secolo fa, mentre l'attuale rete globale di misurazione dei terremoti si è sviluppata durante gli anni ‘60 per controllare le esplosioni dei test nucleari, soprattutto negli USA.

Oggi non siamo ancora in grado di prevedere i terremoti, ma possiamo stimare le conseguenze di un terremoto in un particolare territorio, studiandone le caratteristiche e fornendo quindi sufficienti informazioni per una politica di prevenzione.




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  • >>wikipedia :: il pianeta terra



  • >>IRIS: Incorporated Research Institutions for Seismology :: schede didattiche (inglese e spagnolo)



  • >>ingv.it/ terremoti :: i terremoti recenti, rete sismica nazionale



  • European-Mediterranean Seismological Centre :: eventi sismici in tempo reale




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Marcello Vichi - i segreti del mare

Gli ecosistemi marini sono meno conosciuti e molto più complessi degli ecosistemi terrestri. Si tratta quindi di una sfida interessante perché studiarli significa prendere in considerazione la complessità dei sistemi biologici ma anche di quelli climatici marini cercando di capirne le variazioni sul lungo periodo. Tra gli ecosistemi marini, i grandi ecosistemi oceanici sono più stabili mentre quelli costieri hanno una variabilità molto alta, che dipende dalle frequenti variazioni del clima ma anche dalle attività umane, che sulle coste hanno un'incidenza maggiore che negli oceani.

I nostri studi, quindi, procedono per la definizione di zone, una vera e propria zonazione climatica, a seconda delle differenze di temperatura, precipitazioni, cicli di luce che caratterizzano le diverse aree del globo. E consentono di analizzare anche i fenomeni più macroscopici e visibili, come le mucillagini, le maree rosse, la cosiddetta tropicalizzazione del Mediterraneo.




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  • >>www.bo.ingv.it/ LIVELLO3/ ocean_global.htm :: Modellistica dei cicli biogeochimici globali



  • >>L'ecosistema costiero dell'Emilia-Romagna :: ARPA - Agenzia Regionale Prevenzione e Ambiente dell'Emilia-Romagna



  • >>www.icram.org :: Istituto Centrale per la Ricerca Applicata al Mare



  • >>www.vivereilmare.it :: Sito del MIUR per la diffusione della cultura del mare



  • >>cicli biogeochimici e clima :: Sito americano per bambini




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Simona Masina, Silvio Gualdi - El Niño e La Niña: le fluttuazioni dell’oceano Pacifico tropicale



El Niño è un fenomeno climatico, descritto agli inizi del ‘900, che riguarda principalmente l'atmosfera e l'oceano Pacifico tropicale. Pur presentando una certa variabilità, sia nella frequenza che nell'intensità, El Niño si manifesta con una periodicità che oscilla tra i 4 e i 6 anni. Consiste principalmente in una variazione delle temperature delle acque superficiali dell'oceano Pacifico orientale, che comportano un raffreddamento delle coste occidentali, vicino all'Australia, e un riscaldamento delle coste del continente americano, in particolare del Perù. Le fluttuazioni di El Niño sono studiate con un complesso e sofisticato sistema di boe e con modelli matematici che consentono di verificarne le caratteristiche anche se è ancora molto difficile riuscire a prevedere come e quando El Niño si verificherà nuovamente. Il fenomeno di El Niño si alterna a quello opposto de La Niña, che comporta un raffreddamento e un inaridimento ulteriore delle coste latinoamericane e un innalzamento delle temperature e delle precipitazioni nella zona occidentale del Pacifico.




  • >>versione testuale dell'intervista :: trascrizione



  • >>http://dynamite.nersc.no/ :: Progetto di Ricerca 'Dynamite'



  • >>EL NIÑO/ SOUTHERN OSCILLATION (ENSO) :: National Weather Service, Maryland USA




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Andrea Morelli - la sezione di Bologna dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia

La storia dell'INGV non è recente, ma la sua sezione bolognese è nata da poco più di un anno. All'interno, ricercatori e scienziati lavorano per capire come funzionano vulcani e terremoti, come è fatta la crosta terrestre, come si modificano ed evolvono gli ecosistemi marini in relazioni ai cambiamenti climatici, come evolve e si studia il clima, l'atmosfera e gli oceani.

Un gruppo molto eterogeneo di scienziati, che comprende anche gli storici, preziosi per ricostruire e confrontare le conoscenze di oggi con le tracce e le testimonianze di quelli avvenuti nel passato.

Un istituto che dà molto valore anche alla comunicazione con le scuole e con la popolazione, perché quando si parla di eventi importanti e di grande impatto, come appunto vulcani e terremoti, è necessario che l'informazione sia diffusa e condivisa il più possibile.

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Warner Marzocchi - Quando il vulcano si fa sentire…

L'eruzione di un vulcano emette nell'atmosfera e sulla superficie terrestre una grande quantità di gas e particelle. Le nuvole vulcaniche possono essere fonte di significative variazioni del clima.

La storia dell'uomo è ricca di testimonianze di eventi eclatanti di questo tipo: cieli coperti per mesi di fuliggine, inverni glaciali, nevicate estive, tsunami. Eventi che hanno lasciato traccia nella letteratura, nella poesia (il poema Darkness di Lord Byron), nella pittura (il tramonto de L'urlo di Edward Munch) e che anticipano le prime osservazioni scientifiche che documentano con certezza le relazioni fra le grandi eruzioni vulcaniche e le variazioni della temperatura media globale.

Oggi la sinergia fra vulcanologi e meteorologi permette inoltre di studiare i movimenti delle nuvole vulcaniche allo scopo di prevenire possibili danni al traffico aereo.




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  • >>progetto di ricerca :: "Conception, verification and application of innovative techniques to study active volcanoes"



  • >>www.bo.ingv.it/ ~warner :: pagina personale




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Antonio Navarra - il clima che cambia...

Qual è la differenza fra meteo e clima? E cosa vuole dire che il clima sta cambiando?

I climatologi ci dicono che la temperatura media del globo è aumentata di quasi un grado nell'ultimo secolo. L'indiziato principale è l'effetto serra, causato soprattutto dall'anidride carbonica che oggi ha raggiunto concentrazioni alte come mai sono state negli ultimi 900 mila anni.

La ricerca delle cause dei cambiamenti climatici ha aperto un confronto fra gli scienziati: uno degli obiettivi è comprendere i motivi delle fluttuazioni del clima nei millenni in cui l'uomo non esisteva, per confrontarli con il mondo industrializzato contemporaneo. A questi studi si aggiungono quelli che mettono in relazione i crescenti eventi atmosferici estremi (inondazioni, uragani etc.) con i più lenti cambiamenti del clima.

La complessità dei problemi ha imposto a questi studi un approccio multidisciplinare, dove climatologia, geologia, ecologia e sociologia si incontrano per valutare l'impatto ambientale e sociale dei cambiamenti climatici.



Infine una curiosità: quanto sono affidabili le previsioni del tempo?




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