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Autore: Radio 24
Ultimo episodio: 06/09/15 22:34
Aggiornamento: 03/05/24 6:54 (Aggiorna adesso)
Michele Fino: tutti i saperi che si occupano del cibo ai piedi delle Langhe
Incontriamo Michele Fino, Pro-Rettore Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, un ateneo unico nel suo genere ai piedi delle Langhe, un polo internazionale dedicato all'enogastronomia, intesa come scienza, attività economica e pratica piacevole.


La struttura è nata nel 2003, per idea di Carlo Petrini, il fondatore di Slow Food, e si propone di dare dignità al cibo e all'alimentazione interpretati come fenomeni complessi e multidisciplinari, attraverso lo studio di una rinnovata cultura dell'alimentazione. L'università possiede ora un patrimonio inestimabile, un patrimonio che legittima il nuovo concetto di qualità gastronomica che l'associazione vuole diffondere: buona dal punto di vista organolettico, sostenibile dal punto di vista ambientale, equa dal punto di vista sociale.
Fabrizio Zilibotti: stili educativi e conseguenze sociali
Al giorno d'oggi gli stili educativi delle famiglie europee si dividono in due grandi gruppi. Da una parte c'è lo stile di genitorialità permissivo, un modello che caratterizza soprattutto la Scandinavia. Dall'altra parte c'è quello latino, più intrusivo e autoritario. Come ci racconta il nostro ospite Fabrizio Zilibotti, professore di professore di Macroeconomia ed Economia politica all'Università di Zurigo, i genitori agiscono in modo diverso a seconda della società in cui si trovano.


In una società più diseguale, predomina il modello genitoriale che tenta di spingere alla motivazione e al successo individuale. In una società meno diseguale, come quella scandinava, viene lasciata più libertà, il che equivale a sviluppare nei figli una capacità di indipendenza e di immaginazione più forte. In particolare l'aumento della disuguaglianza di reddito è tra le cause di tale stile di genitorialità e il ruolo crescente dei genitori nell'educazione dei figli rischia di frenare la mobilità sociale, penalizzando le famiglie meno abbienti e meno scolarizzate.
Alfredo Scarfone: utilizzare le proprie tecnologie per rendere più efficiente il mondo del non profit
Donare prodotti tecnologici d'avanguardia e di costi rilevanti alle associazioni non profit e sensibilizzare le altre aziende a fare lo stesso. Questa è la missione di SocialTechno Srl, un'impresa sociale che promuove la cultura informatica e lo sviluppo tecnologico delle organizzazioni non profit italiane favorendo sinergie con il mondo profit, per permettere al Terzo Settore di accedere all'innovazione e sfruttare i vantaggi di un uso consapevole della tecnologia. Ne parliamo con Alfredo Scarfone, fondatore di SocialTechno, partner italiano del network internazionale TechSoup Global.
Elio Borgonovi: l'eccellenza si deve basare sulla diffusione del know-how
Far crescere la professionalità dei giovani e accettarli come forza propulsiva - spiega Elio Borgonovi, Professore Ordinario di Economia delle Aziende e delle Amministrazioni Pubbliche nell'Università Bocconi di Milano- rappresenta una sfida che dovrebbero affrontare sia le aziende pubbliche che quelle private. Negli ultimi anni si pone troppa attenzione alla competizione individualistica, si tende ad accentuare i meriti degli eccellenti, piuttosto che dar merito alla cooperazione. E' importante che ci sia la competizione, ma che sia regolata, valorizzando tutte le qualità delle persone. L'eccellenza si deve basare sulla competizione, ma anche sulla diffusione del know-how.
Alessandro Maggioni: costruire case solo se c'è un bisogno reale
Per fare cooperazione vera bisogna stare nel mercato con professionalità ed essere radicati sul territorio. Questo è quello che pensa Alessandro Maggioni, presidente presso Federabitazione Confcooperative e responsabile del Consorzio Acli di Milano.


Per il nostro ospite, fondamentale è rappresentare gli interessi di chi fa case per motivi sociali e non speculativi, costruire case solo se ci sono i soci e se esiste un bisogno reale. Tra i principali fattori che non favoriscono la trasparenza e la sicurezza del mercato c'è la scarsa chiarezza delle norme e delle leggi. Ed è in questi territori ambigui a cavallo tra urbanistica, politica e cantieristica che la criminalità organizzata cerca di infiltrarsi. Il metodo migliore per difendersi dalla mafia è realizzare gare d'appalto trasparenti e creare le condizioni per promuovere, organizzare, accompagnare i soci nel percorso di costruzione delle case e sviluppare servizi di post- consegna.
Giampaolo Silvestri: la cooperazione allo sviluppo è ridare dignità alle persone
Senza cambiamento non c'è possibilità di crescita e di felicità. Questo è ciò che pensa Giampaolo Silvestri, segretario generale di AVSI, impresa sociale che fa cooperazione allo sviluppo. AVSI è nata più di quarant'anni fa a Cesena e opera nei settori dell'educazione, dell'agricoltura, della sanità, dell'ambiente, della sicurezza alimentare, dello sviluppo urbano e delle migrazioni. Per AVSI l'attenzione alla persona vale più di tutto. Più del modello organizzativo e della contabilità. Ed è anche soprattutto nelle situazioni di crisi che l'organizzazione lavora nella fase post-emergenza su iniziative concrete di ricostruzione di scuole, centri educativi e case.
Padre Paolo Nicelli: la natura dell'Islam
L'incontro di oggi è con Padre Paolo Nicelli, missionario del Pontificio Istituto Missioni Estere (PIME), specializzato in Islamologia, è stato a lungo negli Stati Uniti e per diversi anni nelle Filippine. Ora è a Milano e insegna all'Istituto Superiore di Scienze Religiose, oltre ad essere Dottore della Biblioteca Ambrosiana.


Con il nostro ospite parliamo della natura dell'Islam, che non è solo una religione, ma ha fondato una società, una civiltà e uno Stato Islamico. L'Islam nasce dall'esperienza originaria avvenuta a Yathrib, l'attuale Medina, quando, a partire dal 622 d.C, i musulmani si sono trasferiti dalla Mecca, e Maometto ha introdotto nel mondo arabo pre-islamico l'idea dell'unico Dio. Padre Paolo Nicelli ci accompagna in un viaggio attraverso il complicato mondo musulmano, illustrandoci le diverse sfaccettature e divisioni (sunniti e sciiti), i territori dove si è maggiormente espanso l'Islam (in particolare l'Indonesia) e le relazioni tra Islam e il Cristianesimo.


Per Padre Paolo Nocelli, i cambiamenti avverranno laddove l'Islam si incontrerà o si scontrerà con l'Occidente e con le società dell'Estremo Oriente. È proprio in questi territori di confine e di pluralità di religioni e culture, che l'Islam sarà più stimolato a ripensare se stesso e a proporsi in maniera diversa.
Florindo Rubbettino: dalla Calabria la ribalta dei grandi pensatori liberali
A Soveria Mannelli, un piccolo comune italiano della provincia di Catanzaro in Calabria, nasce nel 1972, ad opera di Rosario Rubbettino, la casa editrice Rubbettino. È un'impresa che segue una logica editoriale originale per i tempi, una strada poco battuta dalla grande editoria italiana: quella di innovare proponendo ai lettori italiani il filone della tradizione del pensiero liberale europeo e mondiale, in particolare la Scuola Austriaca di Economia e Scienze Sociali, con autori come Hayek, Mises e Popper. Rubbettino ha anche portato alla ribalta filosofi italiani come Dario Antiseri e Lorenzo Infantino, intellettuali che hanno dedicato gran parte della loro vita a diffondere le tesi liberiste, spesso sacrificate a causa di pregiudizi ideologici dei tempi.


Di questo parliamo con il nostro ospite Florindo Rubbettino, Presidente della casa editrice e figlio dell'editore Rosario. Il Presidente ci spiega come la casa editrice dedichi fin dagli anni Ottanta una particolare attenzione alla realtà del Mezzogiorno, in particolare verso la criminalità organizzata, pubblicando opere di studiosi di tutte le discipline che hanno cercato di approfondire le ragioni di questa specificità del Mezzogiorno, in un periodo in cui in pochi avevano il coraggio di pubblicare libri che parlassero apertamente di 'Ndràngheta.


Il nostro ospite conclude augurandosi una rinascita del Mezzogiorno, una rivincita sul resto del Paese messa in atto non con un allineamento al resto dell'Italia, ma diventando ciò che il Paese non è mai stato: una sorta di laboratorio liberale, aperto, innovativo e poliarchico.
Fabrizio Onida: in Italia mancano capitalisti coraggiosi
Siamo in un mondo nuovo, abbiamo davanti un futuro che dobbiamo costruire. Ne parliamo con Fabrizio Onida, docente emerito di Economia Internazionale all'Università Commerciale "Luigi Bocconi" di Milano e, tra le varie cariche assunte durante la sua carriera, Consigliere del CNEL.


Una delle esperienze più incisive che il Professore ricorda con nostalgia è quella nel "Gruppo di Lavoro di Ancona" messo in piedi dall'economista Giorgio Fuà, per creare il cosiddetto "modellaccio", un modello econometrico piuttosto rudimentale, ma efficace, di simulazione dell'economia italiana. Momenti in cui si stimavano delle equazioni e si confrontavano i risultati econometrici ottenuti, ragionandoci insieme in un clima amichevole.


Ora in Italia la situazione è completamente diversa rispetto al passato. Si è perso interesse verso l'economia reale e sono sempre meno le grande imprese e i capitalisti. Dall'altra parte, le piccole imprese si sono evolute sempre più, dando vita al cosiddetto "quarto capitalismo". La maggior parte dei beni e delle aziende si sono internazionalizzati, spostandosi all'estero, tra luci e ombre. Fabrizio Onida ci spiega come uno dei maggiori ostacoli che le aziende incontrino andando all'estero sia la dimensione: dimensioni troppo piccole delle aziende non consentono di internazionalizzarsi a causa dei costi fissi necessari ad entrare sui mercati internazionale: costi di informazione, di insediamento e legati ai canali distributivi. In più, secondo il nostro ospite, per vendere il "Made in Italy" non basta diventare esportatori, ma essere presenti sul territorio, almeno come rete distributiva e uffici di assistenza post-vendita. Gli elementi per essere ottimisti ci sono, ma bisogna essere realisti: capaci di influenzare il mercato ed eleggere come rappresentati del popolo persone serie e dedicate.
Sandro Boscaini: il vino italiano tra innovazione e tradizione
Nella zona della Valpolicella, tra Verona e il lago di Garda, la produzione di vini ha radici storiche che risalgono agli antichi romani – spiega Sandro Boscaini, presidente di Masi Agricola e di Federvini, associazione che riunisce alcune centinaia di produttori.


L'azienda Masi agricola, nota soprattutto per il vino Amarone, è diventata di proprietà della famiglia Boscaini nel ‘700. E da allora il vino viene lavorato attraverso tecniche antiche, grazie alle quali conserva sapori e sentori di un tempo – racconta Boscaini. Recentemente, l'azienda ha raccolto una nuova sfida, diventando la prima azienda vinicola quotata in borsa. Il rapporto tra vino e finanza non è semplice perché il vino, a differenza della finanza, ha tempi naturali - continua Sandro Boscaini. Ma entrare nel mercato azionario è importante perché fa parte di quella spinta innovativa che è ormai diventata indispensabile in un settore dove la concorrenza non è più quella storica con i vini francesi, ma è rappresentata dal mercato globale, dove i piccoli produttori italiani devono confrontarsi con competitor che hanno minori costi agricoli e maggiori conoscenze nel marketing.
Scocchia (ad L'Oréal): anche nel lavoro i valori di donne e famiglia
Un impegno a 360 gradi in una società multinazionale con una testimonianza concreta del ruolo delle donne sui posti di lavoro e della possibilità "pur con fatica" di conciliare famiglia e lavoro. Questa la testimonianza di Cristina Scocchia, amministratore delegato di L'Oréal Italia, una delle più importanti società della grande multinazionale francese leader mondiale nei cosmetici.


L'Oréal ha in Italia non solo una forte presenza commerciale, ma anche a Settimo Torinese il più grande stabilimento del gruppo, uno stabilimento la cui produzione viene distribuita in 38 paesi in 4 continenti e che ha i suoi punti di forza nella qualità, risultato di innovazione e controllo nella produzione, nella sicurezza degli ambienti di lavoro, nel minimo impatto sull'ambiente. "Anche grazie ad accordi con le autorità locali – ha affermato Cristina Scocchia - questo stabilimento sarà presto a zero emissioni di CO2". L'obiettivo strategico centrale dell'ad de L'Oréal è stato negli ultimi mesi un processo di Change Management con l'obiettivo di far crescere ulteriormente la filiale italiana, il passaggio da una cultura manageriale basata sul controllo ad una basata sulla fiducia e la messa in atto di progetti che consentano una migliore conciliazione tra vita personale e lavorativa.
Massimo Caputi: la ripresa dell'immobiliare parte dal patrimonio pubblico
Nel nostro Paese è importante continuare ad investire nel mattone, perché si tratta di un'abitudine che deriva dalla nostra cultura – spiega Massimo Caputi, Vice presidente di Prelios, una piattaforma che comprende un'offerta completa di servizi di finanza immobiliare. Mentre all'estero c'è più mobilità e si affitta di più, gli italiani preferiscono essere proprietari piuttosto che cambiare casa in continuazione. A causa della crisi immobiliare - continua Caputi - il nostro Paese ha bisogno di nuove risorse, e una parte di queste potrebbero arrivare dagli investimenti nel patrimonio pubblico.
Di Robilant: il destino dell'Italia è portare bellezza al mondo
Il mondo ha un grande bisogno di bellezza e l'Italia ha il destino di portare bellezza al mondo. Ma non ne abbiamo la consapevolezza, e questo ci porta ad essere i peggiori ambasciatori di noi stessi - spiega Maurizio Di Robilant - presidente della Fondazione Italia Patria della Bellezza, una onlus che ha lo scopo di definire e comunicare l'identità competitiva del nostro paese, che è rappresentata proprio dalla bellezza. Non ci rendiamo conto di aver nel mondo un ruolo e un'opportunità straordinaria - continua Di Robilant - ed è importante ridare all'Italia il senso della sua storia e del suo esistere, imparando a valorizzare le grandi risorse che abbiamo.
Umberto Martini (CAI): la montagna è di tutti, ma bisogna viverla in modo responsabile
Guido Rey diceva "c'è un alpinismo possibile per tutti, per chi si riposa e per chi osa l'impossibile". Ci dovrebbe essere però un denominatore comune per chi frequenta le montagne – spiega Umberto Martini, presidente del Club Alpino Italiano l'associazione che da 152 anni si occupa della conoscenza e studio delle montagne e della difesa dell'ambente naturale. Questo denominatore – precisa Martini - è rappresentato da un uso responsabile della montagna, dalla consapevolezza che la montagna va affrontata nel modo dovuto.


Al CAI appartiene anche il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico che può contare su circa 7.500 volontari e che esegue una media di 7.000 interventi annui. Si tratta di un servizio sociale rivolto alla comunità – conclude Martini – che ha il compito di provvedere alla vigilanza e prevenzione degli infortuni nelle attività alpinistiche, escursionistiche e speleologiche, al soccorso degli infortunati e al recupero dei caduti.
Andrea Gavosto: quale futuro per la scuola italiana?
Il sistema educativo italiano e la mobilità sociale, questo il tema dell'incontro con Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Agnelli, fondazione che si occupa in modo particolare della realtà sociale e dell'incidenza delle politiche pubbliche in particolare sulla scuola e la formazione. In effetti da un profilo formale il sistema educativo italiano è formalmente aperto a tutti, ma i risultati a livello di competenze non appaiono tali da risolvere il problema delle differenze sociali di partenza. Quali sono allora le misure di politica scolastica e universitaria che possono ripristinare il ruolo di "ascensore sociale" della scuola? E come si inserisce l'attuale riforma in questa prospettiva?
Irene Rizzoli: da oltre un secolo le alici di Parma conquistano le tavole di tutto il mondo
Anche se Parma è molto lontana dal mare, è qui che si trova il principale distretto industriale dedicato alla conserve ittiche di specialità, in particolare le alici in scatola (da Parma arriva oltre il 70% delle alici consumate in Italia).


Il tutto ha origine in un'altra città lontana dal mare: Torino. Qui nel 1890 due soci, il torinese Emilio Rizzoli torinese e il parmigiano cav. Romeo Tosi fondano la Tosi & Rizzoli, azienda dedicata alla lavorazione del pesce azzurro proveniente dalla Liguria, ma che tra i prodotti ne commercializzava diversi di origine padana: parmigiano e soprattutto conserva di pomodoro. Dopo pochi anni la società si trasferisce a Parma. Dalle ramificazione della famiglia Rizzoli e grazie alle conoscenze via via acquisite nel territorio, nascono le aziende che oggi costituiscono il nucleo di questo polo industriale: la Delicius, la Rizzoli Emanuelli, la Zarotti e L'Isola d'oro.


C'è un vecchio detto che dice "L'acciuga ha dodici virtù: ogni ora ne perde una". Per questo la prima fase di lavorazione del pescato avvenga nelle vicinanze dei luoghi di pesca - spiega Irene Rizzoli, responsabile Ricerca e Sviluppo di Delicius Rizzoli S.p.A.



Alla storia della conservazione delle alici (che risale all'antico Egitto), alle varie fasi della pesca (che avviene solo nelle notti senza luna) e della lavorazione del prodotto é dedicato il libro "Alice o acciuga? Storia, aneddoti, curiosità e ricette del pesciolino in scatola più goloso del mondo" (Electa Mondadori, 176 p., € 26,00) curato dalla stessa Irene Rizzoli. Che, per la cronaca, precisa che i due nomi si riferiscono di fatto allo stesso pesce (l'Engraulis encrasicolus), che si chiama Acciuga quando è in mare, e alice quando è sotto forma di filetto conservato.
Renato Ugo (AIRI): "La tecnologia è il motore di sviluppo dell'umanità"
Negli anni '80 c'era una forte attenzione alla ricerca in Italia, che è però calata dopo l'ingresso del nostro paese nell'Unione Europea - spiega Renato Ugo, presidente dell'AIRI (Associazione Italiana della Ricerca Industriale). Oggi siamo gli ultimi, sia come Governo, sia come enti pubblici di ricerca. Per ripartire non servono solo soldi e strutture adeguate - continua Ugo - ma è necessario anche mettere insieme conoscenze, competenze e management. E dato che quello del ricercatore è un lavoro di gruppo, ci devono essere collaborazioni e scambi di informazioni tra colleghi. E' importante infine sfruttare i nostri punti di forza, come la creatività – conclude Renato Ugo - e focalizzare lo sviluppo innovativo nei settori che al momento offrono maggiori opportunità di lavoro,come quello della chimica.
Roberto Colombo: una multinazionale italiana che mira ai nuovi mercati esteri
La qualità dei prodotti italiani è riconosciuta in tutto il mondo - spiega Roberto Colombo, responsabile europeo di Autogrill - l'azienda italiana che dal 1947 si occupa della ristorazione nelle autostrade. Fino agli anni '90 Autogrill era di proprietà dello Stato ed era legata ai confini nazionali. Poi è subentrato il settore privato - continua Colombo - e nel corso degli anni l'attività si è allargata anche al di fuori delle autostrade, con punti vendita negli aeroporti, nelle stazioni ferroviarie e nelle città, attraverso marchi come Ciao, Spizzico, Bistrot e Puro Gusto. Non solo in Italia, ma anche all'estero, soprattutto negli Emirati Arabi, Russia, Vietnam e Cina. In occasione di Expo, Autogrill ha aperto a Milano il Mercato del Duomo, un megastore dedicato alla gastronomia e ai prodotti locali.
Carlo Mochi Sismondi: le prossime sfide per l'amministrazione pubblica
Oggi l'Italia ha bisogno di una Pubblica amministrazione sana, che riesca a garantire i diritti soprattutto alle fasce più deboli della società - spiega Carlo Mochi Sismondi, presidente del Forum della Pubblica amministrazione. In vent'anni però sono cambiate più le norme che i comportamenti di questo settore. Ogni volta che cambia il Governo, si pensa che facendo una legge si faccia automaticamente anche una nuova riforma. In realtà la legge dà le condizioni abilitanti, mentre per fare una riforma occorre molto più tempo. La digitalizzazione è un'altra sfida che la Pubblica amministrazione deve affrontare, perché digitalizzare non vuol dire risolvere i problemi e occorre invece ripensare i processi - conclude Sismondi.
Giacomini: "L'Italia può ripartire, nonostante la burocrazia tolga risorse alle start-up"
"L'Italia è un Paese dove gli imprenditori sono geniali e innovativi, ma non hanno il metodo" - spiega Graziano Giacomini, amministratore delegato di Trafalgar, azienda familiare di private equity nell'innovazione industriale, alta tecnologia, automazione e beni di lusso. Il nostro paese è tra i primi produttori a livello mondiale in molti settori -continua Giacomini - anche se la dimensione medio–piccola della tipica azienda italiana rende più difficile entrare nei grandi mercati esteri. Le maggiori difficoltà che incontrano le nostre imprese sono legate però ad una burocrazia complicata e costosa, che rappresenta un problema soprattutto all'inizio dell'attività, quando sarebbe certamente più utile spendere tempo e denaro in idee e sviluppo dei prodotti. Ma nonostante tutto l'Italia può ripartire – conclude Giacomini -- dato il genio italiano è sempre riconosciuto ovunque e tocca a noi italiani avere un po' di ottimismo in più per il futuro e trasformarci in investitori più coraggiosi.
Gianfranco Dioguardi: integrare la cultura integrata con l'attività imprenditoriale
La cultura è l'essenza della mia vita - spiega Gianfranco Dioguardi, presidente della Fondazione Dioguardi, ente morale che ha lo scopo di promuovere il sapere integrandolo con l'attività imprenditoriale. Dall'amore per i libri, nato dalle frequentazioni giovanili della libreria Laterza di Bari, Dioguardi ha avuto l'idea di creare una biblioteca, che oggi conta 40.000 testi e che grazie ad un accordo di comodato, è oggi a disposizione del Politecnico di Bari. Dall'attività imprenditoriale nasce invece il suo progetto di gestire le città metropolitane come imprese, attraverso alleanze tra fondazioni culturali e istruzioni imprenditoriali.
Colombatto: "Il libero mercato è la cura"
Per il professor Enrico Colombatto, ordinario di politica economica all'Università di Torino e convinto liberista, la ricetta è semplice: "Se lo Stato protegge la mia incolumità, il mio diritto alla proprietà e si tiene alla larga dal mio portafogli, ha fatto il suo dovere". Oggi viviamo in una società con una crisi economica che dura da anni, ma l'uscita dalla crisi è possibile se si riduce l'intervento del Governo nel mercato. Il problema di un'economia infatti non è evitare gli errori con leggi e lacciuoli, ma lasciare che gli errori dei singoli vengano riequilibrati in un continuo rimescolamento all'interno del libero mercato. Non è però il "tutti contro tutti": anche la visione liberista dell'economia prevede una dimensione morale -spiega il professore- "però le politiche di aiuto alle classi meno abbienti non devono autorizzare lo Stato a tassare un cittadino per beneficarne un altro: la solidarietà deve essere a discrezione del singolo ossia una responsabilità individuale. Il nostro è un Paese che ha smesso di crescere da 15 anni, con scarsa mobilità sociale e dove il merito non è sempre premiato. Colombatto suggerisce un atteggiamento "liberista" anche ai giovani: "Andate all'estero, fate esperienza e poi decidere se tornare o meno, senza sensi di in colpa".
La Finanza etica e il bene comune
Negli anni Novanta è nata la Fondazione Cariplo che si occupa di non profit, ossia il reperimento di fondi per aiutare le persone svantaggiate. I progetti e i bandi offerti sono diversi e oggi sono ancora più importanti poiché il sistema pubblico di welfare non può più arrivare ovunque. Per esempio - spiega Sergio Urbani, Segretario Generale di Fondazione Cariplo - il social housing offre alloggi con prezzi calmierati a quella fascia intermedia di popolazione che non ha abbastanza denaro per acquistare una casa a prezzo di mercato, ma non rientra neppure nel limitato bacino di cittadini cui spetta l'assegnazione di un alloggio popolare. La finanza etica può sembrare un ossimoro, ma - continua Urbani – può essere un servizio utile e moltiplicare le risorse per il bene comune: "La Fondazione ha l'obiettivo di valorizzare il patrimonio e aiutare il territorio e gli enti, anche attraverso il volontariato e diverse aree di competenza come l'arte, l'ambiente e la cultura" conclude Urbani. Anche per questo occorre riscoprire l'importanza del quotidiano e della filantropia per il bene comune.
"La mia vita ha preso forma dall'incontro con il Signore"
"Tutto è iniziato quando ero ragazzo - racconta Matteo Truffelli, presidente dell'Azione Cattolica - e l'esperienza di volontariato mi ha fatto capire di poter trasmettere qualcosa al prossimo". L'obiettivo dell'organizzazione nata nel 1867 è accompagnare le persone nel quotidiano per il bene comune. Nel corso degli anni l'azione Cattolica si è aperta ad altre organizzazioni ed è cambiata sia attraverso i pontificati sia attraverso gli eventi storici che hanno segnato la società. Ma l'impegno dell'organizzazione è continuo, l'Azione Cattolica è presente in tutta Italia in più di 7.000 parrocchie. "E ora che ci avviciniamo alla Pasqua, – conclude Truffelli-, voglio lanciare un messaggio di positività, anche perché nel Paese ci sono grandi forze culturali e morali che possono farlo ripartire".
Zaccone: "Provare a rimettere insieme tanti desideri"
Ripartire dai desideri latenti dei giovani, partendo dai i fatti anziché dalle parole, non solo per trattenere nel nostro paese i cervelli italiani, ma soprattutto per richiamare talenti e competenze dall'estero – spiega Domenico Zaccone, leader aziendale di strategia di impresa e consigliere del Forum della meritocrazia, un'associazione no profit che vuole avvicinare i giovani al mondo del lavoro. Oltre a misurare il livello di meritocrazia nel nostro Paese rispetto all'estero, il forum si occupa anche di trasparenza, della misurazione della performance degli individui rispetto agli obiettivi e dell'avvicinamento dei giovani alle posizioni di vertice. Domenico Zaccone è impegnato anche in un'altra attività no profit, il rilancio della Comunità di San Patrignano, dove oggi vivono 1.500 persone in via di recupero, impiegate in vari settori dall'artigianato, all'agricoltura fino alla ristorazione. "Tradizionalmente il terzo settore si è occupato di fare del bene senza troppo guardare ai conti economici con la certezza che qualche benefattore avrebbe poi provveduto. Oggi non è più così: se vogliamo attirare capitali per sostenere le attività benefiche bisogna inserire metodi manageriali anche nel volontariato" - commenta Zaccone.
Matteo Moretti (Polo Tecnologico Cosmetica): "L'eccellenza italiana nel make up"
Matteo Moretti è Presidente del Polo tecnologico della cosmetica, un gruppo di 46 piccole aziende di make up della provincia di Cremona, e amministratore delegato della Lumson, azienda che si occupa di packaging dei prodotti di bellezza. In questo settore, -spiega Moretti- il Made in Italy è una garanzia di qualità che contraddistingue i prodotti italiani e li rende competitivi anche nei difficili mercati degli Stati Uniti, Europa e Cina.


Un successo raggiunto attraverso l'innovazione - continua Moretti - lavorando tutti i giorni per cercare nuove idee, conoscere i clienti all'estero e capire cosa cercano le grandi multinazionali. Per Moretti è importante "il funzionamento del Sistema Paese per far sì che si aprano nuove porte e venga facilitato il lavoro delle imprese": l'obiettivo è competere sempre meglio con Paesi più organizzati del nostro nostro, come la Francia.


Una sfida che parte anche dalle nuove generazioni: "le scuole visitano il Polo tecnologico, ma si potrebbe fare ancora di più per aiutare i giovani a scegliere questo settore che offre opportunità di crescita sia nel campo del marketing sia nel campo della chimica".
Anna Puccio (Fondazione Italiana Accenture): solo tramite la convergenza tra il profit e il non profit si può creare valore aggiunto nel mondo del sociale
In tema di occupazione femminile non c'è un trend positivo - spiega Anna Puccio, Segretario generale di Fondazione Italiana Accenture - anche se negli ultimi tempi si è registrato un cambiamento di visione sul ruolo della donna ai vertici e si è passati dal 5% al 23% di presenze femminili nei consigli direttivi. La Fondazione Italiana Accenture - costituita nel 2002 da Accenture, azienda globale di consulenza direzionale, servizi tecnologici e outsourcing, presente in Italia dal 1957 - è una realtà senza fini di lucro che si propone di diffondere l'innovazione sociale attraverso la promozione e il supporto di progetti a favore della collettività. E' importante stabilire una convergenza tra responsabilità sociale e apertura verso il libero mercato - conclude Anna Puccio - creando un collegamento attivo tra profit e non profit.
Emilio Terpin (Autovie Venete): valorizzare il territorio attraverso l'autostrada
Per Emilio Terpin, avvocato e Presidente di Autovie Venete, la concessionaria che gestisce l'autostrada Venezia - Trieste passando da Udine, si dovrebbe usare l'autostrada "anche per fermarsi". Infatti, la regione che attraversa, il Friuli Venezia Giulia, è un territorio ricco di potenzialità da scoprire. A partire da Trieste, antico porto della Mitteleuropa che, come molte altre aree del territorio regionale, ha tutti i requisiti per essere competitivo anche nel quadro dell'attuale contesto, ormai privo dei tipici confini storici ed aperto alla concorrenza dei vicini. Il confine visivamente non esiste più – ricorda Terpin – ma l'appartenenza resta. Il porto di Trieste è stato troppo spesso oggetto di politiche miopi, a tutti i livelli – sottolinea Terpin – ma è necessario ricordare che il porto significa ricchezza, e che la concorrenza può giovare se si è abili. Con Autovie Venete – conclude Terpin – "intendiamo avvantaggiare l'intero territorio regionale, che è altamente competitivo anche nel campo della ricerca universitaria, come testimoniano le nostre tre università altamente qualificate e i centri di ricerca che richiamano scienziati da tutto il mondo".
Focchi: nel settore costruzioni ci sono buoni segnali per l'export, ma fare impresa in Italia è sempre molto difficile
Fare impresa in Italia è sempre molto difficile: è come portare un grosso carico sulle spalle e andare controvento – spiega Maurizio Focchi, amministratore delegato del gruppo Focchi, specializzato nella progettazione e realizzazione di facciate esterne di palazzi. Mentre ci sono buone prospettive per l'export, in Italia ci sono ancora problemi nell'accesso al credito, soprattutto in conseguenza della crisi economica, all'inizio della quale il settore bancario era molto indebitato nei confronti del comparto immobiliare – continua Focchi.
Stucchi: con il jobs act per la prima volta il diritto del lavoro viene allargato anche alle imprese, ma forse si poteva osare di più
Da cinquant'anni a questa parte il diritto del lavoro è solo il diritto del lavoratore, non quello delle imprese - spiega Olimpio Stucchi, avvocato giuslavorista,managing partner di Uniolex. Ma entrambe le parti sono coinvolte, quindi ci vorrebbe un diritto del lavoro più equilibrato, in grado di superare lo statuto dei lavoratori, che ormai ha fatto il suo tempo. Sotto questo aspetto, il jobs act è interessante perché recepisce le istanze delle imprese, ma si poteva fare di più, dato che tutta la normativa in materia di licenziamenti riguarderà solo i rapporti di lavoro nuovi, con il rischio di creare due velocità nel mondo del lavoro - continua Stucchi. Parlando della grande quantità di arretrato che esiste nelle cause di lavoro, Stucchi spiega che le responsabilità sono equamente condivise tra i clienti, che a volte mettono in piedi cause che non hanno senso, gli avvocati che non cercano di dissuaderli e i giudici che, a differenza di quanto avviene negli altri paesi, spesso non fanno pagare le spese a chi ha intentato una causa sbagliata. Tutto questo non fa che aumentare il contenzioso - conclude Stucchi.

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