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Celebriamo 10 anni di Audiocast.it

10 anni di audiocast.itSono già passati 10 anni da quando, su questo sito comparve il primo post, un po’ banale, che annunciava, appunto, che il sito era on line avendo finito ad installare e configurare Drupal.

Avevo registrato il dominio un paio di mesi prima, il 27 aprile, con l’intenzione di usarlo per il mio podcast e come sito contenente un elenco dei (pochi) podcast in italiano di allora.

Quasi negli stessi giorni in cui audiocast.it ed il mio podcast di tecnologia “Notizie Digitali” prendevano vita, Apple introdusse il supporto al podcast su iTunes e questo fece, immediatamente, esplodere il podcasting come fenomeno di costume tanto che, alla fine di quel 2005 “Podcast” venne nominato parola dell’anno dal “New Oxford American Dictionary”.… Continua a leggere

Da Drupal a WordPress

podlogo-verysmallAudiocast.it effettua un grande cambiamento tecnologico ed un profondo re-design passando da una vecchissima versione di Drupal (la 5.1, del 2007) all’ultima versione di WordPress. I principali obiettivi di questo cambiamento sono stati:

  • Diventare “mobile friendly” per rendere audiocast.it perfettamente fruibile dagli utenti dei dispositivi mobili che costituiscono il 45% dei visitatori del sito.
  • Non essere penalizzato da Google, che ha già annunciato che i siti  non “mobile friendly” saranno penalizzati nei risultati delle ricerche.
  • Implementare i moderni concetti di web design basati sul mobile first (il sito si deve innanzitutto vedere bene sui piccoli schermi dei dispositivi mobili) e sul responsive design (il sito si deve adattare gradevolmente sugli schermi più grandi come quelli dei desktop).
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Audiocast.it diventa ancora più veloce

Audiocast è più veloce del 94% dei sitiAnche se non sembra, qualcosa si muove su AudioCast.it: in questi ultimi giorni ci sono state diverse piccole modifiche con lo scopo di renderlo più fruibile e straordinariamente più veloce, come dimostrato dal test effettuato su Pingdom che lo posiziona tra i siti più veloci su internet:

  • il sito è stato spostato su un server virtuale in Germania (da Hetzner) con il doppio della RAM, 8 volte lo spazio disco ed un pò di potenza di CPU in più;
  • il sistema operativo adesso è un aggiornato Linux CentOS 6.3 (il vecchio server era rimasto a Linux CentOS 4.8);
  • il web server Apache è stato sostituito con Nginx che è straordinariamente più efficiente sia nell’utilizzo della RAM sia nel numero di pagine al secondo che riesce a servire senza andare in crisi.
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20 anni di Linux

I'll be celebrating 20 years of Linux with  The Linux Foundation!

Sono passati 20 anni dal famoso annuncio di Linus Torvalds sul newsgroup comp.os.minix (minix era un mini sistema operativo simile a Unix utilizzato in alcune università) in cui annunciava un suo piccolo progetto hobbystico di sistema operativo simile a minix, ma senza alcune delle sue limitazioni, e disponibile liberamente in formato sorgente.

Nessuno poteva immaginare, nemmeno Linus, che l’evoluzione di Linux avrebbe coinvolto migliaia e migliaia di sviluppatori fino a farlo diventare il sistema operativo che permette il funzionamento di larga parte dei siti Internet a partire da quelli più popolari come Facebook, Google, Amazon fino ai meno popolari come questo sito.… Continua a leggere

Steve Jobs lascia la guida di Apple

Una brutta notizia per tutti gli appassionati di tecnologia: Steve Jobs, il leader che più di tutti ha contribuito a diffondere i più bei gadget elettronici nelle mani dei consumatori, ha dato le dimissioni da amministratore delegato della Apple.

Aveva subìto un intervento per un raro tumore, curabile, al pancreas nel 2004 e tutto era sembrato andar bene. Poi lo si era visto molto dimagrito nel 2008 e nel 2009 ha subito un trapianto di fegato.

A gennaio di quest’anno (2011), aveva inviato una lettere agli azionisti ed ai dipendenti comunicando la sua assenza per malattia, senza però indicare una data prevista per il suo ritorno.… Continua a leggere

Ray Ozzie lascia Microsoft

Ray OzzieCome annunciato qualche giorno fa da Steve Ballmer Ray Ozzie, il Chief Software Architect di Microsoft lascia e lascia con una lunga lettera, pubblicata sul suo blog, ai dirigenti e collaboratori Microsoft dal significativo titolo “L’alba di un nuovo giorno”. Questa lettera arivva esattamente cinque anni dopo il suo arrivo a Microsoft, segnato da un’altra lunga lettera agli stessi destinatari, anch’essa pubblicata sul suo blog con il titolo “The Internet Service Disruption”.
Questa notizia è molto significativa ed è un “segnale debole” ma fortemente indicativo dei problemi e del declino di Microsoft:

  • Ozzie era arrivato in Microsoft nel 2005; nel 2006, quando Bill Gates ha definitivamente lasciato ogni responsabilità in Microsoft, ha preso il titolo di Chief Software Architect, titolo che, fino ad allora, era stato gelosamente ed orgogliosamente tenuto da Bill Gates
  • Era arrivato in Microsoft come il “salvatore”, in grado di recuperare il terreno perduto nei settori più innovativi come quello dei servizi su Internet, potendo godere di un’ottima fama ed unanime stima per i suoi lavori precedenti come la creazione di Lotus Notes e Groove
  • La sua lettera del 2005 identificava chiaramente le opportunità da perseguire, come i servizi Internet, e le modalità da seguire con l’accento su un “approccio leggero” allo sviluppo del software e la attenzione alla complessità del software da tenere sotto controllo
  • A distanza di 5 anni riconosce, anche se “diplomaticamente”, che non è riuscito a cambiare Microsoft e che molto resta da fare soprattutto perchè il futuro è legato ad un mondo in cui il PC è solo una parte, probabilmente piccola, del “vivere digitale”; e ribadisce di nuovo, forse per non esserci riuscito, che la complessità va tenuta sotto controllo
  • Se si guarda i concorrenti non si può non pensare a Google che è andata molto avanti nel settore dei servizi Internet e ad Apple che già vive dentro al “mondo digitale” in cui il PC è solo uno dei dispositivi (nel fatturato di Apple, attualmente i PC costituiscono solo il 33% del fatturato, il resto è fatto soprattutto dai dispositivi mobili come iPhone, iPad, iPod ecc.)
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I router Telsey/Fastweb vittime e strumenti per il crack del wireless

router Tesley/FastwebNota importante: le informazioni qui fornite servono solo a spiegare la vulnerabilità del router e come porvi rimedio. Si ricorda che qualunque azione volta all’aggiramento dei sistemi di protezione informatica costituisce reato penale nel nostro paese.

Ho iniziato ad interessarmi a questi router dopo l’interessante articolo di Righi apparso sul suo blog pillolhacking; la sua analisi per trovare l’algoritmo di generazione della chiave WPA è sicuramente affascinante e notevole perchè sviluppata a partire da un solo router; purtroppo, però, le conclusioni non sono valide nella generalità dei casi.… Continua a leggere

La (in)sicurezza dei modem/router wireless domestici

All’inzio (5-6 anni fa) i modem/router wireless erano aperti di default e chiunque passava nelle vicinanze si poteva connettere; poi via via è aumentata la consapevolezza dei rischi che si corrono ed i fornitori di ADSL (come Alice, Fastweb ecc.) hanno iniziato a fornire i loro modem con la protezione WPA2 apparentemente robusta e non “cracckabile” (a defferenza della protezione WEP facilmente crackabile).

In realtà questa è solo l’apparenza perchè molte serie di modem di Alice, Fastweb ed altri hanno la password di default che è generata da un algoritmo che si basa sull’SSID (la stringa “Alice-12345678” o “FASTWEB-1-0A0B0C010203”) ed in rete esistono informazioni e software che generano la password corretta a partire dal solo SSID.… Continua a leggere

Le soluzioni “consumer” avanzano nelle aziende

Secondo un articolo su Ars Technica i dati del secondo trimestre 2010 segnalano una forte crescita delle quote di mercato dei prodotti Apple nelle aziende
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Apple è cresciuta del 50% nel secondo trimestre, rispetto all’anno precedente, nelle aziende e del 200% nel settore pubblico americano. La crescita è stata molto forte nel settore delle piccole e medie aziende, ed è rimasta robusta anche nelle aziende di grosse dimensioni dove il peso dell’IT e delle sue soluzioni “standardizzate” (solitamente il contrario di quello che vogliono gli utenti) rende difficile l’introduzione di tecnologie non Microsoft.… Continua a leggere

Microsoft Bing utilizza server linux

BingIl nuovo motore di ricerca Bing di Microsoft, lanciato in pompa magna qualche settimana fa e che avrebbe dovuto sfidare Google fornendo dei risultati di ricerca migliori, utilizza la rete di server Akamai per ottenere buoni risultati di scalabilità.

La rete di Akamai è utilizzata da moltissime case che devono servire pagine a milioni di utenti in contemporanea ed in tutto il mondo; oltre che da Microsoft viene usata anche da Apple e, in qualche occasione, persino da YouTube.

Akamai, per ottenere grande scalabilità a costi contenuti deve utilizzare server e sistemi operativi efficienti e quindi utilizza Linux (l’utilizzo di tecnologia Microsoft sarebbe di grandissimo ostacolo sia per la scalabilità che per i costi); il risultato è che le ricerche fatte su Bing vengono servite agli utenti tramite dei server linux, come mostrato da Netcraft e dalla meravigliosa utility nmap di cui, di seguito, potete vedere l’output più significativo:

macbook:~/temp valerio$ sudo nmap -A www.bing.com
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